Nonostante sia difficile per me separare la responsabilità del sindaco di Pescara da quella dei costruttori che hanno distrutto larea della stazione costruendo architetture immonde con il solito obiettivo della «riqualificazione», resto interdetto alla lettura degli addebiti che i magistrati indicano per motivare lordinanza di custodia cautelare.
A fronte di vantaggi non concessi e non dimostrati il presidente di AirOne Carlo Toto e suo figlio Alfonso avrebbero, come risulta da una cartelletta improvvidamente conservata dal tesoriere dellappassita Margherita (una ingenuità crepuscolare per favorire le perquisizioni), fornito servizi al sindaco di Pescara. Preziosa cartelletta! Vi sono nomi, cognomi, numeri di telefono, date, cifre quali sotto la B, quali sotto la N, facile rebus per «pagamenti in bianco» e «pagamenti in nero» come hanno acutamente interpretato i valorosi magistrati. Toto Alfonso è arrivato a dare 7N e perfino il corrispondente per pagare il palco e le strutture per una manifestazione a Pescara di Romano Prodi. Why not? Dopo la formidabile inchiesta calabrese di De Magistris perché non indagare ancora lex presidente del Consiglio? E quali altri delitti ha compiuto DAlfonso, sindaco di Pescara, per essere arrestato? Ha avuto offerti alcuni voli dal famigerato Toto che, guarda caso, è il presidente di AirOne. Dora in avanti, anche chi abbia unautomobile stia attento a chi la presta o a chi dà un passaggio. Toto avrebbe offerto alcuni biglietti aerei a DAlfonso e addirittura gli avrebbe messo a disposizione un Falcon 20 per una vacanza con la famiglia da Pescara a Malta e da Malta a Venezia. Anchio ho viaggiato su aerei di imprenditori amici, senza aver fatto loro nessun favore. Ho viaggiato con Luigi Cremonini, ho viaggiato sullaereo di Luigi Zunino offertomi per un lungo viaggio da Damasco a Shiwa, oasi di piacere che suggerisco ai magistrati abruzzesi, e da Shiwa a Milano. I piloti sono rimasti a dormir fuori due notti. E con ciò? Non mi sono preoccupato dei costi, non ho neanche una cartelletta B/N per documentarli. Ho viaggiato sugli aerei di Berlusconi. Ma DAlfonso non può. Toto, come i magistrati ricavano dalle cartellette, ha pagato: «25.893 euro sostenuti interamente da AirOne Spa». Se Toto non può essere generoso e non può neppure sostenere il sindaco della sua città, cosa diranno allora i magistrati degli aerei offerti dal marito, e anche da me usati, al sindaco di Milano? Sarò indagato anchio perché una volta ho viaggiato sullaereo di Moratti che accompagnava il sindaco di Salemi nella sua città? E, per di più, gli ho offerto anche una casa a un euro! Il sindaco di Milano ha, in B, avuto dal marito un sostegno per la campagna elettorale di 6 milioni e mezzo di euro. Cosa ne penserebbero i magistrati abruzzesi? DAlfonso ha ottenuto da Toto 924 euro di ospitalità al Flora Marriott di Roma e ha interceduto per averne 10mila per la Pro Loco di Lettomanoppello (paese natale di Toto). Addirittura Toto ha versato 10mila euro, spero spontaneamente, per lacquisto di un mezzo di soccorso in favore della lega abruzzese antidroga sempre per il comune di Lettomanoppello. Per questa e poche altre ragioni il sindaco di Pescara, ovunque ammirato, e certamente capace di organizzare il consenso e di attivare, come la legge prevede, sostenitori, è stato arrestato. Fino a qualche tempo fa era una persona onesta e perbene, amatissimo e votatissimo. Oggi è il padrone di un sistema di potere criminale e, avendo toccato Toto, lodato da Berlusconi come «capitano coraggioso» della nuova Alitalia, si è contaminato. Addirittura è diventato il perno di «unassociazione a delinquere» con una straordinaria «forza di intimidazione» nella città di Pescara. Il gip Luca De Ninis scrive: «Sembra quasi che i Toto e DAlfonso agiscano come ununica entità politico-imprenditoriale».
Non diversa è linchiesta del valoroso inquisitore di Fabrizio Corona, di Vittorio Emanuele IV e di Flavia Vento, H.J. Woodcock, che contesta al deputato del Pd Salvatore Margiotta un contributo promesso e mai dato di 200mila euro per un appalto petrolifero; ma ne ha chiesto anche il rinvio a giudizio per aver ottenuto, grazie alla moglie poliziotta, lannullamento di una multa di 300 euro fatta al suo autista. Con il profilo di questa nuova tangentopoli il Partito democratico è stato profondamente colpito e i suoi dirigenti non hanno voluto reagire allazione sacrosanta dei magistrati. Why not? Essi crolleranno sotto i colpi degli austeri e incorruttibili De Magistris, Woodcock e abruzzesi vari. Mentre io non riesco a vedere reati né in viaggi regalati né in multe cancellate. Sarà la mia bassa tensione morale, ma mi piace condividere la posizione di Marco Alessandrini, figlio del giudice Emilio, ucciso dai terroristi di Prima linea, il quale, divenuto assessore alle Politiche giovanili del Comune di Pescara, non vuole credere alle accuse contro il suo (ex) sindaco: «Questo sindaco è uno straordinario amministratore della cosa pubblica... E mi sento di escludere che abbia preso per sé anche un solo centesimo. Solo il processo ci darà gli sviluppi di questa inchiesta. Ma la giustizia ha tempi inconciliabili con lattività politica. Fra dieci anni, forse, sapremo. Nel dubbio, la carriera di Luciano DAlfonso e della sua giunta sono già archiviate». Sono solo le parole che io tante volte ho pronunciato davanti alle inchieste spettacolari degli anni Novanta. Ora Alessandrini non ha neppure il conforto dei dirigenti del partito cui si è iscritto. E insiste, per DAlfonso: «Ho molte perplessità sul suo arresto. Ma immagino anche di vivere in un Paese dove i giudici non prendono alla leggera certe decisioni. È da molto tempo che ho smesso di pensare alla magistratura come ad un totem intoccabile».
Povero Alessandrini e, peggio di lui, povero Veltroni, in balia di Di Pietro, come lo fu, un tempo, Craxi. Se Veltroni non chiederà giustizia contro inchieste sbagliate come quella contro Del Turco e contro DAlfonso, sarà travolto come Craxi. Il suo grillo parlante è proprio Alessandrini, che dice cose bellissime e nobilissime che forse provocheranno una reazione indignata contro i magistrati più nel centrodestra che nel centrosinistra. Ricordo quando con Taradash, nel martoriato Abruzzo, andai a ribellarmi, essendo querelato, contro i magistrati che avevano arrestato, nel 92, lintera giunta. Comincia da lì la decadenza dellAbruzzo e procede, ma la storia non insegna niente, con lincriminazione di Gaspari per voli in elicottero, questa volta non pagati da Toto, ma dallo Stato (volare non va mai bene né con mezzi privati né con mezzi pubblici: cè sempre qualche magistrato che, da terra, ti impallina). Alessandrini è sconcertato. E mentre riceve una telefonata di solidarietà da Gerardo DAmbrosio che partecipò alla mattanza di Milano, può intanto pensare di farne una allo zio Remo (Gaspari) per ripassare la storia dellAbruzzo negli ultimi 15 anni. Intanto, con spirito nobile, dichiara, e pensa anche alla sua vita, di assessore decaduto mentre aveva creduto a una nuova e bella impresa politica: «Provo un senso di scoramento e di imbarazzo. Come fossi finito anchio in un tritacarne». E qui è il passaggio più dolente: la communis opinio, la rabbia del popolo, lo stesso consenso che andò ai magistrati di Tangentopoli, con laggravante che oggi gli incriminati sono i titolari della questione morale indicata da Berlinguer. «Laltro ieri ho sentito dellarresto alla televisione. Mi sono messo al computer, per saperne di più. Il primo commento alla notizia era di una ragazza. Scriveva che tutti i politici dovevano essere rinchiusi su unisola circondata da pescecani. Sono gli effetti di una forma perversa di giustizialismo, che accomuna tutto e tutti, che non opera alcuna distinzione. LItalia dei valori ha sostenuto in campagna elettorale che i politici sottoposti ad indagine non debbano essere candidati. Nonostante le mie radici, non sono affatto daccordo. E lo ribadisco anche oggi. Cè indagine ed indagine e se prendiamo lavviso di garanzia come metro di misura del mondo, allora non andiamo certo lontano. Anzi ci fermiamo tutti».
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