La provocazione Mockridge presidente federale

di Riccardo Signori

L’ennesima bacchettata al nostro calcio, ma soprattutto ai nostri dirigenti, arriva da Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia. In una lettera al Corriere della Sera, ha detto in sintesi: fate pulizia, sennò saltano i diritti Tv. Non abbiamo voglia di pagare uno spettacolo inquinato, come di tanto in tanto capita in Italia. Ricordatevi che il vostro calcio, così fortemente indebitato e senza investimenti sul futuro, non sopravviverà (e non sopravvive) senza i diritti Tv. Infine i vostri dirigenti la smettano di propinare fumo e si diano una mossa per lanciare un segnale di discontinuità rispetto al passato.
Duretto. Ma chissà! Magari un Mockridge presidente federale non sarebbe male. Meglio di quell’ingessato ottocentesco (e associati), che siede oggi sulla poltrona, così bravo a parlare senza dire niente. Il calcio ha bisogno di personaggi che sappiamo fare, non solo vendere parole. E fumo. Quest’ultimo caso scommesse lo sta dimostrando.
Naturalmente si sono subito fatti avanti quelli a petto in fuori (e senza rossore) che hanno lanciato il tipico: «Ma come si permette!». Folklore italiano. Sarebbe, invece, meglio considerare la parte sostanziale dell’accusa di Mockridge: dirigenti che se la dormono, arrivano sempre ultimi, e l’ennesima dimostrazione che il nostro pallone è in mano alle televisioni. Al di là degli interessi reconditi che hanno spinto l’Ad all’accusa, bisogna prendere atto di quale sia l’effettiva sgradevole situazione del pallone: senza quei danari tante società rischiano di colare a picco. E non crediate che Milan, Inter e Juve se la caverebbero meglio. Ieri Zamparini si è lanciato nella solita sbruffonata. «Fra un anno scadrà il contratto e potremo decidere di vendere le partite direttamente agli utenti». Certo, ma in quale film? Presidenti e dirigenti italiani sono i fenomeni del pasticcio, del bisticcio e dell’impossibilità di essere normali. Mettono secoli per eleggere un presidente di Lega, si scannano per strapparsi qualche euro in più, gestiscono solo il caos organizzato. Le tv sono diventate padrone perché i padroni del calcio non sanno essere padroni, a cominciare dalla gestione del danaro.
Noi, spettatori o telespettatori, ci auguriamo sempre che padrini e padroni non ci rompano il famoso giocattolo e, in cambio, accettiamo di farci rompere tutto il resto con sano spirito di sopportazione. Dunque, quando Mockridge parla di tifo e tifosi che si aspettano spettacoli veri, lealtà, eccetera, dimostra di conoscere poco il tifoso italiano che ci resta male se scopre magagne e imbrogli, ma dopo un po’ ricomincia a credere nel giocattolo e nel gioco. Del resto, se così non fosse, il ciclismo in Italia sarebbe seppellito da tempo. E anche la Formula uno non ha un’immagine immacolata.


Quindi il calcio ringrazi l’Ad di Sky che l’ha messo sull’attenti, magari gli proponga un posto da presidente federale, sicuro che farà meglio, e soprattutto meno danni, dei tanti che abbiamo conosciuto (il migliore resta Artemio Franchi). Ma non parliamo di immagini che esaltano gesti fasulli e tanto d’altro: il nostro calcio è la patria dei simulatori. E qualche volta li sveliamo grazie alle immagini di Sky.

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