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La provocazione Un trucco per falsare il campionato

Sarà dietrologia, certo. Però c’è un dubbio che comincia a girare: sicuri che questo strano weekend di neve non falserà il campionato? Perché qualcuno ha giocato e qualcuno no, perché c’è la strana sensazione che qualcuno possa avvantaggiarsi con la sosta fintamente forzatale. Il campo di Firenze era agibile, gli spalti no. Allora non si gioca. E va bene che si salvaguarda la gente, ma non si può non dire che quando Fiorentina-Milan ci sarà, la situazione sarà diversa da oggi: infortunati, squalificati, condizioni psicologiche, stanchezza, impegni. Tutto. Vale lo stesso per Udinese-Cagliari e Genoa-Bari: chi aveva oggi tanti infortunati, potrà giocarsi il recupero sperando di avere più gente a disposizione. Oppure potrebbe accadere il contrario. In un caso e nell’altro che cos’è se non un campionato falsato? Qui non si parla di nevicate improvvise o di campi impraticabili (tranne quello di Bologna). Si parla di condizioni possibili, ma forse di una volontà politica o sportiva di non giocarsela. Domanda: a Torino e a Milano s’è giocato con meno sette gradi. A Genova ce ne erano esattamente il doppio, per dirne una. Però più freddo fa e più è facile che qualcuno si infortuni. Allora come la mettiamo? Ogni domenica ci sono campi migliori e peggiori, clima avverso o meno avverso, eppure si gioca. Stavolta no, ma stavolta tutti sapevano che la neve sarebbe arrivata. Perché allora non rimandare una partita se a Palermo dovesse piovere troppo? È un pericoloso precedente, questo. Perché volendo, si sarebbe potuto giocare.

È questa la differenza: la volontà. C’è il sospetto che la prossima volta, qualcuno con troppi infortunati, troppi squalificati, faccia di tutto per non giocare. Esagerato? Basta non pulire gli spalti dopo una nevicata, in fondo.

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