Politica

Il provvedimento di clemenza piace solo a un italiano su tre

Sondaggio per il Giornale: il 60% avrebbe preferito fare nuove carceri

Felice Manti

da Milano

L’indulto lacera i partiti, ma non gli elettori. Mentre in Parlamento Polo e Unione si sono spaccate al loro interno, tra sofferti distinguo e coscienze in crisi, i loro elettori non hanno avuto dubbi. L’indulto, approvato in via definitiva ieri dal Senato con una maggioranza trasversale agli schieramenti, in realtà non si doveva fare. Lo rivela un sondaggio condotto da Fn&g (Ferrari Nasi & Grisantelli) per Il Giornale. La ricerca è stato realizzata tra il 3 e il 7 luglio scorso, mediante interviste telefoniche su questionario informatizzato a un campione di 794 adulti, rappresentativo, probabilistico controllato per quote di sesso età e titolo di studio. I risultati, si legge nel rapporto, sono stati normalizzati tenendo conto delle quote di sesso, età, area geografica e titolo di studio, relative all’universo di riferimento.
Dal sondaggio emerge che solo un italiano su 3 è favorevole all’amnistia o all’indulto «come soluzione per evitare l’affollamento carcerario», mentre per il 60% «sarebbe meglio costruire carceri nuove». La zona geografica dove il «no» all’indulto è più accentuato è la cosiddetta «Zona rossa», cioè le regioni storicamente vicine alla sinistra come Emilia-Romagna, Umbria e Toscana, dove i contrari all’indulto sono il 62,2%, mentre la fascia d’età meno favorevole all’indulto è quella compresa tra i 18 e i 35 anni (66%).
Non mancano le sorprese quando si analizza l’appartenenza politica dei contrari all’indulto, soprattutto perché sono proprio i partiti delle due coalizioni più determinati nel chiedere il provvedimento di clemenza (Forza Italia, Udc, Margherita e Ds) quelli dove si registra una forte contrarietà. Nei Ds sono il 57,5%, in Forza Italia il 64,5%, nell’Udc sono quasi l’80% (77,6%), mentre nella Margherita sono il 62,2%. Dentro An i contrari all’indulto sfiorano il 90% (88,3%). In totale gli elettori dell’Unione favorevoli all’indulto sono solo il 38,6%, quelli della Casa delle Libertà ancora meno (27,2%), a fronte di un 69,2% contrari alle misure di clemenza.
Il sondaggio ha anche affrontato il tema della «certezza della pena». All’affermazione «se i condannati scontassero sempre la pena per intero, ci sarebbero meno reati» si sono detti d’accordo il 75,4% degli intervistati. All’interno della Casa delle Libertà, la percentuale aumenta all’80%, mentre si registra una consistente percentuale di «non so» tra gli elettori di centrodestra, pari all’8,8%. Nell’Unione, viceversa, i «non so» calano al 2,8%, mentre i contrari sono circa il 30% (29,5%).
L’ultima domanda si allaccia al dibattito tra le forze politiche sul terrorismo e in particolare sulla concessione della grazia ai colpevoli di fatti di sangue negli anni di piombo. All’affermazione «concederla sarebbe un’offesa alle famiglie delle vittime» i favorevoli sono stati il 76,7%, mentre i contrari tra gli intervistati sono risultati solo il 18,6%. Tra i partiti, i più convinti sostenitori della grazia agli ex terroristi, secondo il sondaggio, sono gli elettori di Rifondazione comunista (49,9%), mentre solo il 13,1% di chi ha votato centrodestra è favorevole alla concessione della grazia agli ex terroristi. Numeri questi che alla ripresa dei lavori in Parlamento dopo la pausa estiva, nel dibattito sulla concessione della grazia all’ex leader di Lotta Continua Adriano Sofri, sulla quale si sono espressi favorevolmente esponenti di entrambe le coalizioni, potrebbero far sentire il loro peso.
felice.

manti@ilgiornale.it

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