«Combinazione sono a Genova». Roberto Pruzzo detto O rey di Crocefieschi, un giorno fece un gol di testa alla Sampdoria tuttora celebrato nei cuori di tutti i genoani. Tre volte cannoniere di A, fra gli altri primati una partecipazione a Lallenatore nel pallone con Lino Banfi, Ancelotti, Graziani e Chierico.
Il Genoa si è ridotto allultima giornata: il cinema è divertimento, il calcio è sofferenza?
«Non è una novità, per il Genoa soffrire è normale, sta nel dna. Non so se sia fatalità, ma qui anche quando le cose vanno bene ci va di soffrire fino allultimo».
In B il Genoa è una star, in A che cosa lo aspetta?
«Dodici anni di serie B e mi dite che il Genoa fra i cadetti è una star? Comunque ha le potenzialità per stare con le altre, anche se il vero problema non è la squadra ma la città di Genova che non so se abbia le potenzialità per due club in serie A».
E quindi il Genoa quanti anni ci potrà stare?
«Dipende dal primo anno, è la stagione più difficile, quella di transizione, se resiste allurto poi la società si assesta e può entrare nel gruppo medio alto della serie A. Prima con sedici squadre era più difficile, ora con venti squadre restare in serie A è meno complicato».
Cosa dovrà fare per potenziarsi?
«Deve innanzitutto credere in se stessa. Il primo anno non deve retrocedere e se cè entusiasmo può anche diventare la sorpresa».
Gasperini è allenatore da serie A?
«Non spetta a me dirlo ma credo che abbia fatto esperienza».
Cosa è disposto a sacrificare per il Genoa in serie A?
«Mi metto i jeans. Non è un gran sacrificio, ma io i jeans li odio... a Genova poi».
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