È stato adottato ieri dalla giunta regionale il nuovo «Piano territoriale paesistico regionale», che dovrà ora essere approvato dal Consiglio regionale. Un provvedimento che sostituisce i 29 Piani paesistici vigenti del 98 e con il quale entrano in vigore anche le nuove norme per lapprovazione del Piano regolatore generale del Comune di Roma, definito dallassessore allUrbanistica, Massimo Pompili, «la più grande manovra ambientalista della storia del Lazio». «Siamo la prima regione in Italia - ha spiegato Pompili - che si adegua ai principi del nuovo codice dei Beni culturali. In questo modo vengono preservati 50 mila ettari di nuove aree agricole e tutela per tutti i centri storici del Lazio. Il Piano pone finalmente condizioni certe per la salvaguardia delle aree di pregio della regione e sarà uno strumento irrinunciabile di indirizzo per un corretto sviluppo del territorio».
Ma dure critiche al nuovo Ptpr - e alle finalità con cui è stato concepito - arrivano dal capogruppo capitolino di Alleanza nazionale, Marco Marsilio: «È la prima volta - sottolinea Marsilio - che si assiste a un perfetto esempio di pianificazione inversa. Al posto di un Comune che presenta un Piano Regolatore Generale tenendo conto dei vincoli ambientali e paesaggistici sovraordinati, abbiamo una Regione che toglie i vincoli a novecento aree sulle quali il Campidoglio ha previsto trasformazioni incompatibili con tali vincoli. È un arbitrio che viene consentito solo a Veltroni: si è cambiata la legge regionale urbanistica, si sono modificati i Ptp vigenti, si utilizzano scorciatoie e forzature di ogni genere, per arrivare ad approvare un Piano che non si regge in piedi». «Che questo Prg sia tecnicamente indigeribile - continua lesponente di An - lo dimostra non solo la vicenda dei Ptp regionali, ma anche il fatto che oggi (ieri, ndr) si stiano approvando, con una seduta fiume che durerà fino a domani (oggi, ndr), decine di piani di zona di edilizia residenziale pubblica in variante al nuovo Piano Regolatore.
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