Pub e disco: affari d’oro da 500 milioni ogni anno

Assieme a moda e design, è la movida by night il vero motore economico di Milano, quello che mobilita interessi, introiti e capitali. Seppur limitata dai divieti anti alcool per i minorenni, al centro delle polemiche per il rumore che provoca, costretta a chiudere i battenti in anticipo per non disturbare la quiete pubblica, obbligata ad abbassare il volume e a consumare i super alcolici in bicchieri di plastica anziché in bottiglia. Nonostante i mille compromessi a cui è dovuta scendere, la movida pulsa in città, cresce e non si ferma mai. Con le code fuori dai locali, le mille telefonate per trovare l’amico dell’amico del pr e saltare la fila all’ingresso della discoteca. E i residenti vicino ai locali più quotati non possono che rassegnarsi o accontentarsi di una semplice zona a traffico limitato che, questo no, non ammazza il movimento dei nottambuli.
Ogni anno l’indotto del divertimento notturno genera una cifra pari a 500 milioni di euro. È quanto emerge dall’analisi dell’Unione del Commercio sui locali più frequentati nei quartieri per eccellenza della movida. Tra discoteche e pub, il mondo della notte dà lavoro a oltre ottomila persone tra camerieri, gestori, buttafuori, dj, pr, ristoratori. Ogni sera aprono le porte al popolo del divertimento circa novecento locali e tra questi anche 108 discoteche, solo a Milano. In pista, a ballare e consumare cocktail, ci sono tra le 40mila e le 50mila, concentrate principalmente tra il giovedì, il venerdì e il sabato, i giorni di maggiore affluenza.


I prezzi al pubblico sono sostenuti ma accessibili. Si calcolano tra gli 8 e i dieci euro per un aperitivo nei quartieri più in, come l’Arco della Pace e zona Garibaldi. E l’ingresso medio in una discoteca si aggira intorno ai 20 euro.

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