Marta Vincenzi non poteva non sapere. Anzi, ha fornito lei le prove scritte che dimostrano come fosse a conoscenza del fatto che ai costruttori di via Puggia è stato offerto, per dirla con le parole del Tar, un «ingiusto vantaggio». La vicenda è quella di cui il tribunale amministrativo ha trasmesso gli atti ai colleghi della procura penale perché cè qualcosa di molto sospetto. La realizzazione di alcune palazzine in via Puggia 2 ad Albaro in cambio dellabbattimento di unequivalente mole di strutture abbandonate e fatiscenti in via Geminiano era stata autorizzata da una concessione rilasciata nellottobre 2009 dalla giunta Vincenzi usando lormai noto Piano Urbanistico Comunale di Pericu. Quel piano che lo stesso Tar aveva bocciato per vizi formali.
La difesa dellattuale sindaco, che scaricava ogni responsabilità sul suo predecessore non regge più. Intanto perché quella regola che regala ai costruttori palazzine da tirare su in aree-gioiello al posto di vecchi ruderi che non valgono nulla, è stata applicata proprio da Marta Vincenzi,. Ma soprattutto perché, proprio nel caso di via Puggia, questa amministrazione ha fatto qualcosa in più. Il Puc prevedeva la possibilità di costruire in zone di pregio il 70 per cento dei volumi «persi» in altre aree. La giunta Vincenzi ha dato il via libera a costruire 2264,81 metri quadri ad Albaro al posto di 2277,18 metri quadri a Geminiano. Praticamente il 100 per cento.
Assai prima che il Tar decidesse di mandare questi atti alla procura (lordinanza è del 3 giugno scorso) la sindaco era stata messa in allerta. Il consigliere comunale del Pdl Giuseppe Murolo il 13 gennaio scorso le aveva rivolto uninterrogazione scritta, spiegandole nel dettaglio il rischio di abuso e di «regalo» ai costruttori. Marta Vincenzi però aveva risposto una ventina di giorni dopo dicendo che era giusto così, che era tutto a posto, che il Tar aveva deciso di non concedere sospensive in attesa della sentenza di merito. Come dire che i giudici amministrativi erano daccordo con lei. Non è andata esattamente così, tanto che il Tar ha rinviato la decisione a novembre, pur notando che è talmente palese «lelemento soggettivo del reato di abuso dufficio per il quale non è richiesta la prova della collusione del pubblico ufficiale con i beneficiari dellabuso, essendo sufficiente la verifica del favoritismo posto in essere con labuso». E in via Puggia lagevolazione ai costruttori appare fin troppo evidente.
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