La punizione per gli studenti: servire alla mensa dei poveri
16 Novembre 2005 - 00:00La preside dellistituto Kandinsky: «Più educativo della sospensione»
Una sanzione disciplinare utile per gli studenti dellIstituto professionale Kandinsky, una scuola superiore alla periferia Sud della città: chi si comporta in modo scorretto, non rispetta gli altri o si dimostra violento con i compagni, invece che la sospensione viene impegnato in un servizio sociale. Alla Caritas della parrocchia, o alla mensa dei poveri della cardinal Ferrari. «Ci siamo resi conto spiega la dirigente scolastica Annamaria Indimineo che la sospensione con conseguente allontanamento dalle lezioni non è più unopportunità, ma rischia di peggiorare la situazione di un alunno in difficoltà. Perché restare a casa o bighellonare per le strade del quartiere non solo non serve a nulla, ma diventa spesso controproducente. Da qui la scelta della scuola di offrire a chi sbaglia unalternativa più seria: lobbligo a seguire unattività socialmente utile». «Liniziativa - continua la dirigente scolastica - viene realizzata in base a una convenzione che la scuola instaura con lente che si presta a collaborare in questopera di rieducazione. Si attua, insomma, una sorta di stage sociale. E tutto questo con laccordo con i genitori dei ragazzi che si meritano una sanzione disciplinare. I genitori sono praticamente sempre daccordo».
Il tipo di attività scelto varia ovviamente da studente a studente, a seconda delletà. Varia anche la modalità dell'impegno: c'è chi continua a seguire le lezioni al mattino e fa volontariato al pomeriggio, chi invece viene dirottato a prestare la sua collaborazione a tempo pieno. In genere l'impegno dura una settimana. Per chi va alla cardinal Ferrari limpegno consiste nel servire a tavola i poveri, oppure nel collaborare nellorganizzazione del servizio. «Per noi dice Loredana Rossetti, referente dellente benefico è certamente un impegno in più, perché siamo consapevoli che si tratta di una collaborazione con la scuola per aiutarla a crescere gli studenti in modo corretto. Ma abbiamo accettato per lo spirito di solidarietà che contraddistingue il nostro servizio. E sono convinta che si tratta di una scelta giusta: gli studenti vengono volentieri. Unesperienza sicuramente significativa che consente loro di aprire gli occhi su una realtà che non conoscono e si rendono utili. Unoccasione che li fa maturare. Qualcuno ritorna per ringraziarci per quello che hanno vissuto».
Diverso limpegno di chi va in parrocchia: qui gli studenti vengono impiegati nella distribuzione di pacchi per le persone del quartiere che non hanno risorse sufficienti per vivere. La logica della solidarietà è peraltro sempre la stessa, lesperienza è sempre un bagno di realtà. Monica, una ragazza colpevole di aver insultato un bidello, viene invitata a collaborare presso questo servizio. Come è andata? «Devo dire risponde che durante questa esperienza sono stata bene. Ho incontrato persone che riescono a farti sentire a tuo agio e che si comportano bene con chi viene a chiedere vestiti per coprirsi. E dire che non tutti sono tranquilli: alcuni rubano i vestiti, ma quando vengono scoperti continuano ad essere aiutati. Anche questo fatto è stata per me una lezione di vita».
La scelta educativa del Kandinsky comincia a dare i suoi frutti: «Gli studenti sottoposti a questo tipo di sanzione - conclude la professoressa Indimineo - tornano a scuola positivamente impressionati. E il loro comportamento migliora.