PUNTI DI FUGA

Il dibattito italiano a riguardo della moratoria sull'aborto, il family day spagnolo, l'importanza dei temi del pro-life nel mondo americano, mostrano la centralità della proposta cristiana sul piano antropologico, anche nei Paesi più sviluppati. Larghe fasce della popolazione e intellettuali di origine laica sostengono queste sacrosante battaglie che nascono da una concezione cristiana dell'uomo. Questi importanti avvenimenti come possono divenire l'inizio di una nuova mentalità?
Non si può essere superficialmente ottimisti: occorre infatti ricordare, ad esempio, nel recente passato, il rapido cambiare di maggioranze su temi quali il divorzio e l'aborto in molti Paesi; il ridimensionamento della presenza cattolica in Paesi quali Irlanda e Polonia laddove il «nemico» sia scomparso; la crisi di presenza pubblica della Chiesa in alcuni Stati conseguente alle accuse di pedofilia, proprio mentre è in prima linea sui temi morali. La cultura dominante cerca addirittura di estirpare il ricordo di una presenza cristiana nel mondo: in certi corsi di storia di università americane liberal, l'Europa cristiana risulterebbe centrale nella storia del mondo per pochi secoli, quelli dell'avvento del protestantesimo.
C'è in realtà una forza indistruttibile su cui fondare anche l'impegno morale. La si evince ad esempio da ciò che testimonia Jung Chang, l'autrice del libro Cigni selvatici uscito due anni fa in Italia e della biografia di Mao pubblicata di recente, Mao, la storia sconosciuta. Come racconta in una recente intervista, durante il regime di Mao, il suo cuore sente pian piano di non poter accettare il tentativo del regime maoista di distruggere ogni segno della bellezza nel mondo: i libri, le opere d'arte e i monumenti, addirittura i fili d'erba: «Con mio marito, ci siamo messi semplicemente alla ricerca della verità». Analogamente, Marina Nemat, iraniana di tradizione ortodossa, nel libro La prigioniera di Teheran racconta come il suo desiderio di vivere una vita normale nella libertà viene distrutto dal regime khomeinista e lei viene imprigionata e torturata. Ma non può cedere: vuole la verità.
Neanche il regime più oppressivo può distruggere completamente le esigenze più profonde del cuore dell'uomo. E queste esigenze sono anche alla base della vita della Chiesa perché l'avvenimento cristiano è l'annuncio di un Dio che si fa compagnia all'uomo per rispondere a queste domande. Educarsi ed educare a riconoscere queste esigenze permette a chi è cristiano di fondare il suo impegno per ricostruire una moralità pubblica in grado di tutelare le esigenze profonde di tutti, sulle basi solide di un'esperienza di verità personalmente verificata. E permette di scoprire che nel mondo ci sono tanti possibili compagni di viaggio, tutti coloro che hanno il coraggio di vivere, obbedendo a queste stesse esigenze elementari, qualunque sia il loro credo e cultura.

Così, mentre tutto sembra finire, un'umanità nuova sta già ricominciando.
*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

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