Pupi, lapidi e bagni pubblici

Un lettore ci scrive:
«Le soprintendenze hanno a volte comportamenti curiosi. A Macerata nelle Marche sembra che il problema maggiore sia rimettere in funzione il meccanismo dell’orologio della Torre civica che nell’Ottocento faceva girare le statuine lignee della Madonna, dei Magi e dell’arcangelo Gabriele. Il ripristino, per il quale la Fondazione Carima ha già stanziato 100mila euro, comporta la rimozione della lapide a Vittorio Emanuele II sulla Torre, operazione soggetta al parere del soprintendente. Ma la soprintendenza sembra favorevole alla rimozione della lapide risorgimentale, anche se ormai costituisce un’immagine consolidata della Torre maceratese.
Poco lontano, a San Severino Marche, il ministero per i Beni Culturali, con tanto di decreto, ha deciso invece di conservare, come edificio monumentale, un modestissimo bagno pubblico di vago stile Liberty, ritenendolo di grande pregio, ancorché privato della sua funzione originaria.

In quel caso l’allora soprintendente si batté a sostegno del “cesso” paragonandone la struttura a uno dei due elementi frontali del Palazzo della Secessione di Vienna di Joseph Olbrich. Nel frattempo nelle Marche e in Italia vanno in rovina ben più insigni monumenti.
Suggerimento: perché non collocare i pupi dentro l’ex bagno pubblico di San Severino?»

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