Putin a casa Berlusconi, è già vertice europeo

Ieri a Villa Certosa l'incontro tra i due premier in pectore: una lunga chiacchierata passeggiando nel parco, poi la cena e una cantata insieme sulle note di Apicella. L'entourage del Cavaliere: "Una visita informale"

Putin a casa Berlusconi, è già vertice europeo

Olbia - «Allora, dove eravamo rimasti... ». Silvio Berlusconi scende dall'elicottero della polizia di Stato e si incammina sulla pista dell'aeroporto di Olbia dove Vladimir Putin è atterrato da qualche minuto. Una «visita privata», la definiscono nell'entourage del Cavaliere. Che - sotto una pioggia battente - accoglie il presidente russo in tenuta casual: niente cravatta e la consueta camicia blu, come in tutti i comizi degli ultimi due mesi. Un modo per mettere a suo agio l'ospite e per rimarcare il carattere informale dell'incontro. Accompagnato, però, da un protocollo piuttosto stretto, con il lussuoso Ilyushin 96-300 (noto alle cronache per i pomelli d'oro delle toilette) che si accosta proprio davanti al cordone umano di telecamere, fotografi e giornalisti. Putin, anche lui in tenuta informale con giacca e girocollo total black, scende dall'aereo presidenziale e si consumano le strette di mano a uso e consumo di televisioni e fotografi. Poi, via in elicottero verso Villa Certosa che due anni e qualche giorno dopo le elezioni che hanno portato Prodi a Palazzo Chigi torna ad essere uno degli snodi della politica estera italiana. Con grande soddisfazione del Cavaliere che in tempi non sospetti l'aveva promesso sia a George W. Bush che allo stesso Putin: «Tornerò premier, vedrete... ». Manca ancora il giuramento al Quirinale, ma le cose alla fine sono andate proprio così. E per quanto sia un faccia a faccia informale, il «valore simbolico» dell'incontro - spiega Valentino Valentini, il consigliere del Cavaliere per la politica estera - è indubbio. Già, perché Putin aveva chiesto di far visita a Berlusconi prima che le elezioni gli dessero una vittoria schiacciante solo per «salutare un vecchio amico». Peraltro, oggi con una curiosa coincidenza visto che la seconda visita in Sardegna del leader del Cremlino è di fatto il primo appuntamento internazionale del terzo mandato di Berlusconi a Palazzo Chigi e l'ultimo di Putin da presidente della Federazione russa (il 7 maggio diventerà primo ministro e passerà la presidenza al suo delfino Dimitri Medvedev). Nessuna agenda, dunque. Si inizia con un pranzo a base di tagliolini con i pomodorini e crostacei e si va avanti passeggiando per l'immenso parco di Villa Certosa accompagnati dagli ombrelli per i ripetuti scrosci d’acqua e dall'interprete per quando i due si stancano di parlare in inglese. Non si discute «nessun dossier in particolare», assicura Paolo Bonaiuti, l'unico tra i presenti «ad avere la cravatta». In verità, dopo i complimenti di rito sul successo elettorale («in Russia - dice Putin - hanno tutti apprezzato il tuo spirito da combattente e di lottatore») si affrontano anche temi più concreti. Non che Putin non sia interessato alla nuova situazione politica italiana, con un Parlamento molto più bipolare, pochi gruppi e la sinistra radicale rimasta a secco. Se ne parla, certo. Ma sul tavolo ci sono anche il rafforzamento dell'interscambio economico («ci sono buon possibilità di collaborazioni di Eni, Enel e altre aziende in progetti comuni», spiega il Cavaliere), l'ingresso di Gazprom sul mercato italiano, la questione Alitalia (con il possibile coinvolgimento di Aeroflot) e i delicati rapporti tra la Russia e i partner europei. «I rapporti tra di noi - assicura Berlusconi - non si sono mai interrotti, neanche quelli tra i nostri Paesi. Basti pensare che il 30% delle nostre importazioni di gas, petrolio e derivati viene dalla Russia». Insomma, mancheranno i crismi diplomatici dell'ufficialità ma quello di Villa Certosa è quantomeno un bilaterale-ombra (sono una quarantina i giornalisti russi presenti). Di fatto, è il ritorno sulla scena internazionale del Cavaliere da protagonista. Di politica italiana, dunque, Berlusconi si occupa poco. Una battuta di prima mattina, quando lascia Palazzo Grazioli con destinazione Sardegna per smentire gli attriti con la Lega. «Non è vero - assicura - che abbiamo litigato. Bossi ha detto che non si è combinato niente perché riteneva che l'incontro fosse basato sui nomi dei ministri, mentre non era questa la mia intenzione. Ho il mandato da tutti per formare la squadra di governo». E poi «il linguaggio paradossale, iperbolico e metaforico» del Senatùr «va interpretato». Sull'affondo pomeridiano arrivato dal leader del Carroccio, invece, nessun commento. Un po' perché Berlusconi è convinto che alla fine «l'intesa con Umberto si troverà», un po' perché le attenzioni sono tutte per il suo ospite.

Con fine giornata dedicato alla cena e alle strimpellate di Mariano Apicella. D'altra parte, ieri era l'agenzia russa Interfax, solitamente molto abbottonata, a scrivere che i due avrebbero «cantato insieme» sulle note di Apicella.

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