La puzza? Vendetta di classe della Valbisagno sul centro

Paola Setti

E se fosse una sorta di vendetta di classe? Se fossero i quartieri popolari della Valisagno a mandar le loro puzze ai quartieri bene, dalla Foce a Carignano? Da ieri il dubbio funesta l’assessore comunale alla Manutenzione Valter Seggi.
All’improvviso gli è soggiunto che in Val Polcevera era accaduto che una fabbrica che lavorava grassi riempiva le vasche una volta alla settimana, riversandone il contenuto contemporaneamente nelle fogne e inibendo la depurazione. È stata un’illuminazione. Perché anche qui la puzza mica si fa viva tutti i giorni. No. Infida, arriva solo nei fine settimana. È tornata a farsi sentire ieri, «insopportabile e drammatica» lamenta il consigliere comunale e regionale di Forza Italia Matteo Rosso, che ieri ha aperto le finestre di casa sua in Carignano con i conati e, accertato che era da escludersi la popò di suo figlio, ha chiamato un amico alla Foce che pure lui stentava a respirare e allora s’è fatto un «tanfo-tour», naso fuori dal finestrino per capire quali zone fossero state colpite dal miasma malefico. Risultato: «solo» lì, Foce e Carignano. Ecco. Dice Seggi che magari c’è una ditta lungo il percorso che porta al depuratore, dalla Alta Valisagno in giù, che emette un chissà che di fetente. Oppure potrebbe essere che «un grosso condominio, chessò, in corso Torino, pensa di essere collegato ai collettori che adducono al depuratore di Punta Vagno e invece sversa in qualche rivo tombinato».
Non resta che fare controlli a tappeto, anzi sotto il tappeto di asfalto di mezza città, pubblici e privati tutti gli scarichi subiranno verifiche. «Bisogna allargare la ricerca» ha sentenziato ieri l’assessore dopo lungo pensamento. Perché non c’è verso, il depuratore funziona, le acque in entrata e in uscita vengono analizzate tutti i giorni e non sono inquinate. L’unico dubbio che può venire è che i collettori siano stati modificati «magari all’insaputa del Comune con qualche scavo», nell’ambito dello spostamento delle utenze necessarie ai lavori per lo scolmatore del Bisagno. Epperò c’è quel «fatto strano» del fetore da week end, che, volendo escludere che si tratti di boicottaggio turistico, riporta ai tempi di lavorazione delle aziende.


Per evitare spiacevoli sorprese, Matteo Rosso oggi chiederà all’Arpal di fare ulteriori analisi nel mare di corso Italia, da Punta Vagno a Boccadasse, non fosse altro che la stagione balneare prende il via a breve e che la gente un bagno potrebbe decidere di farlo già oggi: «In questi casi gli scrupoli non sono mai troppi - spiega Rosso -. L’anno scorso i bagnanti li abbiamo intossicati, quest’anno non vorrei che gli procurassimo l’epatite».

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