Al Qaida: niente strage nel metrò di New York

Al Zawahiri bloccò l’operazione 45 giorni prima della sua esecuzione. Non si sa perché

da New York

Tutto era pronto nel 2003 per un superattentato di al Qaida con gas letale nella metropolitana di New York: un attacco che avrebbe potuto essere ancora più devastante di quello dell’11 settembre contro le Torri Gemelle, che fece quasi tremila morti. Ma all’ultimo momento, solo 45 giorni prima della data prevista e per ragioni tuttora ignote, il numero due della multinazionale islamica del terrore, il medico egiziano Ayman al-Zawahiri, vice di Osama bin Laden, rinunciò all’attentato.
A rivelarlo nel suo nuovo libro è lo scrittore e giornalista David Suskind, già premio Pulitzer nel 1995. Alcuni estratti del libro, intitolato “La dottrina dell’un per cento” (The One Percent Doctrine) sono stati pubblicati in esclusiva dal settimanale Time, nel numero in edicola oggi.
Contrariamente a quanto avvenne l’11 settembre, gli Stati Uniti erano al corrente questa volta delle intenzioni di al Qaida, avendo trovato informazioni sul progetto di attentato alla metro su un computer portatile sequestrato a un terrorista del Bahrein catturato in Arabia Saudita.
Sul portatile si parlava di un congegno battezzato in arabo “mubtakkar”, che avrebbe permesso di sprigionare, senza difficoltà, gas letale (cianuro di sodio) nella metropolitana della Grande Mela, trasformando ogni vagone del treno prescelto in una camera a gas mortale.
La Cia fabbricò immediatamente un prototipo di “mubtakkar”, un congegno con due piccoli serbatoi separati: il primo con cianuro di sodio, il secondo con una fonte continua di idrogeno. Grazie a un telecomando sarebbe stato molto facile far saltare la parete che separa i due serbatoi del congegno, sprigionando così il gas letale.
Scrive Suskind: «Nel mondo delle armi terroristiche, si trattava dell’equivalente della fissione nucleare. Bastava trovare prodotti chimici reperibili con grande facilità: una semplice spedizione in drogheria, con la possibilità di uccidere tutti nel negozio».
La Cia informò direttamente la Casa Bianca, illustrando al presidente George W. Bush e al suo vice Dick Cheney i rischi dei “mubtakkar” di al Qaida, a poche settimane dallo scoppio della guerra in Irak. La Casa Bianca mise tutti in allerta negli Stati Uniti, temendo un nuovo attacco di al Qaida, e i servizi segreti Usa contattarono i loro colleghi sauditi (da cui ottennero una certa collaborazione) e del Bahrein, ma dagli interrogatori organizzati in loco non emersero informazioni utili.
I servizi segreti Usa riuscirono a ottenere informazioni utili soltanto da un certo Alì, considerato uno dei responsabili di al Qaida.

Secondo Alì, il responsabile di al Qaida nel Golfo Persico, Yusuf al Ayeri (morto nel frattempo, ucciso dalle forze di sicurezza saudite), si era recato nel gennaio 2003 da al Zawahiri per informarlo che tutto era pronto per un attacco di ampio respiro contro la metropolitana di New York. Ma, a sorpresa, il numero due di al Qaida gli chiese di rinunciare al progetto, e neppure Ali ne capì il perché.

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