Cultura e Spettacoli

La Quadriennale trasloca e si racconta in un libro

La «Q» rossa su fondo bianco è uno dei simboli storici dell’arte contemporanea a Roma e riconduce inequivocabilmente alla Quadriennale, la grande manifestazione istituita nel 1928 che divenne presto la più importante competizione artistica nazionale grazie all’infaticabile organizzazione del suo demiurgo, Cipriano Efisio Oppo, affiancato da una giuria presieduta dagli stessi artisti, nel pieno di una fervida temperie. Prima di essere trasformata nel 1937 in Ente Autonomo con sede a Palazzo delle Esposizioni, resta memorabile la sua seconda edizione del 1935, per l’alto numero degli artisti (700) e delle opere esposte (1.800) che attirarono un’affluenza di pubblico mai eguagliata: 35.000 visitatori, persino superiore alla stessa Biennale di Venezia del 1934.
Statistiche da record per quei tempi a ridosso delle due guerre in cui si assisteva al declino del cosiddetto «Novecento Italiano» e all’affermarsi del primitivismo, dell’aeropittura futurista e dell’astrattismo mentre la «Scuola Romana» si andava imponendo con la retrospettiva dedicata a Scipione, mentre gli emergenti Cagli, Capogrossi, Cavalli e Zivieri conoscevano i loro primi successi. Non meno imponente era la presenza dei già noti De Pisis, Campigli, Savinio, De Chirico e Severini il quale, aggiudicandosi il primo premio per la pittura assieme a Marino Marini per la scultura, poteva così coronare il sogno di rientrare da Parigi. Con il volume Q. La grande Quadriennale 1935. La nuova arte italiana, curato egregiamente da Elena Pontiggia e Carlo Fabrizio Carli (Electa) che ne hanno raccolto e ordinato le molte testimonianze documentarie corredandole di un imponente repertorio iconografico dell’epoca, la Fondazione Quadriennale, nata nel 1999, celebra ora l’inaugurazione della sua nuova prestigiosa sede a Villa Carpegna ove saranno disponibili con l’ausilio delle più aggiornate tecnologie ­ nell’ambito di un progetto sostenuto dal Comune di Roma ed esteso ad altre ville della città ­ gli sterminati fondi d’archivio della Quadriennale da lungo tempo inaccessibili per le molte alterne vicende dell’istituzione.

Un compendio bibliografico che si avvale di migliaia di monografie sugli artisti dagli anni Venti ad oggi, in continuo aggiornamento fra mostre, seminari e pubblicazioni scientifiche come testimonia questo primo saggio della collana «Quaderni della Quadriennale» e nel quale la suggestiva rievocazione della mostra del 1935 si integra con il documentario Quattordici Quadriennali, realizzato da Silvana Palumbieri attraverso il montaggio di filmati provenienti dall’Istituto Luce e dalla Rai. Un segno questo della nuova attenzione riservata oggi all’arte contemporanea per restituire alla capitale il primato culturale del suo glorioso primo Novecento.

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