Michela Orefice
Un mercato in continuo movimento, come quello dell'arredo, si sta accorgendo sempre più di un elemento decorativo ma anche pratico che è lo specchio. È nata così la collezione "Origami allo specchio", voluta dall'idea di sviluppare le proprietà del cristallo curvato applicate ad una superficie riflettente, secondo i principi dell'antica arte giapponese del piegare la carta... e come la carta, così il vetro viene curvato grazie agli eccellenti livelli tecnologici raggiunti alla Fiam italia, un nome che con il vetro ha realizzato negli anni tutta una serie di pezzi famosi, dai tavolini ai tavoli addirittura alle poltrone, pezzi che sono oggi ospitati in tanti grandi musei. Gli architetti Laudani e Romanelli hanno dato, al loro progetto nella collezione "origami allo specchio", il nome di "Hiroshi". "Hiroshi" idealmente è il contraltare, l'immagine riflessa allo specchio in grado di rendere completa la visione delle cose. In questa collezione la superficie riflettente attraverso angoli e fenditure si lascia guardare per ottenere il proprio riflesso, ma anche e soprattutto per offrire nuovi punti di vista sul reale. Laudani e Romanelli hanno seguito un percorso che li ha portati ad accostarsi alla lastra come ad una materia da modificare in un processo assimilabile a quello dell'artista o dell'artigiano che direttamente opera su di essa, affermando che "i tagli e le pieghe rappresentano l'impeto dell'atto creativo che viene a incidere la perfezione dello specchio piano, superficie troppo omogenea per rappresentare la contemporaneità".
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