Quagliano: «In calo cilindrate e, quindi, emissioni»

I segnali che parlano di ripresa del mercato non mancano, con particolare riferimento ai mesi più recenti di aprile e maggio, ma per sapere se l’economia che ruota intorno al settore flotte si è rimessa in moto, sta per farlo o vive ancora una fase transitoria, ci vorrebbe una palla di vetro, che nessuno di noi possiede. Non resta quindi che affidarsi ai numeri e a qualche considerazione d’obbligo. Innanzitutto le conseguenze (negative) derivate dalle strategie 2009 per contenere gli effetti della crisi economica globale.
«L’allungamento dei contratti di noleggio, portati da tre a quattro anni - osserva Gian Primo Quagliano, presidente Centro Studi Promotor Gl events - ha sì consentito di superare un momento difficile, ma ha anche determinato maggiori costi a livello di manutenzione dei veicoli e un deperimento nel valore dell’usato. Lo scorso anno, rivelatosi molto negativo, le sostituzioni di auto sono state rimandate. Ora però il ciclo dei ricambi ha preso il via e i dati relativi al Pil italiano ci dicono che da noi si sta verificando un recupero economico più forte che altrove. Ne beneficiano in particolar modo i settori legati all’esportazione in Paesi fuori dall’area euro». Scorrendo le elaborazioni fornite da Unrae e costruite su dati al 30 aprile scorso, nella lista relativa a imprese e società, Fiat è il marchio da battere con 55.346 vetture immatricolate nel periodo gennaio-aprile 2010, circa 10mila in più rispetto alla quota segnata dodici mesi fa. Sul podio anche Ford (12.035 auto contro 10.833 del 2009) e Lancia, quest’ultima seppure in calo di qualcosa come 2mila unità.
Più nello specifico, Fiat Punto è la più apprezzata per l’uso noleggio, seguita a ruota dalla cugina Panda (entrambe conservano il piazzamento dello scorso anno). Gradino più basso alla Smart Fortwo, mentre un mezzo di trasporto di tendenza come la nuova 500 è solo quarta.
Gli americani della Ford non mollano il colpo e con i modelli Fiesta e Focus si posizionano rispettivamente al settimo e ottavo posto. In totale le autovetture immatricolate e destinate al canale del noleggio sino al 30 aprile sono 97.439 contro le 92.208 dell’intervallo gennaio-aprile 2009. Cresce anche il parco flotte aziendali, che nel complesso passa da 177.578 all’attuale 189.427. Ma anche così è ancora troppo presto per dirsi che il peggio è ormai alle spalle. «Regna un clima di grandissima incertezza - riprende Quagliano -: è vero che quasi tutte le società che si occupano di noleggio sono sopravvissute alla crisi, migliorando anzi la propria efficienza e tagliando alcuni costi, però se da una parte sarà importante razionalizzare l’esistente, dall’altra bisognerà concentrarsi su un tipo di motorizzazione diverso, con evidenti riflessi sulle dimensioni dell’auto e sui consumi. La tendenza del downsizing va avanti ed è anzi stata accentuata dal momento di crisi». Calano le cilindrate e, quindi, anche le emissioni inquinanti. Basta guardare all’operato delle principali case del settore, tutte intente a fornire la propria ricetta green.
C’è chi, come Fiat, investe energia e denaro sul metano, altri, come Psa e Renault, sull’elettrico. Il grande assente da questo elenco è l’idrogeno.

E mentre il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti informa che il mercato delle auto usate ha chiuso per il terzo mese consecutivo in crescita (+ 0,76% nei primi cinque mesi), Quagliano ricorda le parole degli analisti: per tornare ai livelli pre-crisi bisognerà attendere il 2013. Ovvero tre anni.

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