Maddalena Camera
nostro inviato a Parigi
Per qualcuno, ieri a Parigi, lo sciopero generale non è esistito. Pixmania, un sito di commercio online con 650 dipendenti e sedi in 25 Paesi europei aveva programmato per il 28 marzo la sua riunione annuale. E naturalmente chi guarda al futuro non ha tenuto minimamente conto di uno sciopero rivolto al passato. Cosi al Caurousel du Louvre, il grande shopping center del famoso museo nel cuore della capitale francese con tanto di centro convegni, sono arrivati puntuali alle nove del mattino tutti i 500 business partner invitati alla manifestazione.
Quella di pixmania è una storia di gente che ha voglia di lavorare e crescere: in un anno il sito internet ha moltiplicato per due il suo giro daffari pari a 350 milioni di euro e aggiunto 250 dipendenti nella sede di Avenue de la Grande armée. E se allultimo piano cè la palestra, negli altri cinque ci sono gli uffici che hanno visto raddoppiare il numero delle scrivanie.
«Chi vuole trovare lavoro in Francia, soprattutto a Parigi, può farlo senza problemi - spiega Luca Gerini, sardo di 33 anni responsabile per i mercati del sud Europa -: lo sciopero generale viene fatto da sindacalisti e professori che hanno inculcato ai giovani principi sbagliati. Non bisogna infatti pensare che sia il lavoro a dover cercare il lavoratore. È vero il contrario. E se uno cerca a Parigi trova sicuramente».
Pixmania, a differenza di quanto si possa pensare, non fa neppure largo uso di contratti termine. «Il 70 per cento dei nostri dipendenti è assunto a tempo indeterminato - continua Gerini-. Per noi il call center è un vero e proprio servizio client ed è dunque molto importante. La gente che ci lavora guadagna 1.350 euro al mese lordi e 400 di bonus: si tratta di uno degli stipendi più alti del settore. Chi vale viene premiato e non vogliamo perdere gli elementi migliori. Certo linizio non è garantito. Si entra con un contratto a tempo determinato che viene confermato solo se si dimostra di saper lavorare». Del resto anche Gerini ha cominciato così. «Non proprio dal servizio clienti - spiega - ma dal marketing». Ma come si fa a finire da Cagliari a Parigi? «Ho fatto luniversità in Inghilterra - aggiunge -, i miei genitori mi hanno aiutato ma io lavoravo e studiavo. Poi ho sposato una francese ed eccomi qua. Certo, mi è andata meglio rispetto a molti compagni di scuola che ora lavorano in un call center con contratti a tempo a Cagliari. Però non è un regalo. Ho lavorato. E sodo».
Forse è quasi inutile specificare che letà media dei dipendenti del sito è di 25 anni ed è solo minimamente più alta quella dei suoi fondatori: i fratelli Steve e Jean Emile Rosenblum, di 30 e 27 anni, che hanno ereditato dal padre una catena di negozi di fotografia trasformandola a partire dal 2000 in una online.
La presentazione è finita. Fuori piove a dirotto e nei negozi di solito affollati della via dello shopping, ossia Rue de Rivoli, i clienti sono scarsi.
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