Che il buco dell'ozono sia il responsabile delle scottature fra gli amanti dell'abbronzatura è ancora da verificare, ma è certo che l'aumento di casi di melanoma è imputabile ai troppi lettini solari: è la dermatologa Norma Cameli, Responsabile dell'Ambulatorio di Dermatologia Estetica dell'Istituto S. Gallicano di Roma, a spiegarlo alla luce della notizia della perdita record di ozono sull'Artico registrata in marzo.
«Gli effetti dell'assottigliamento dello strato di ozono non sono ancora ben noti. La questione potrà essere valutata solo con il tempo» ha detto l'esperta. Nell'attesa resta valida la regola dettata dal buon senso di proteggersi sempre alle esposizione solari con creme protettive. Ma, ammonisce il medico, per evitare danni alla pelle serve soprattutto fare attenzione ai lettini solari.
Una ricerca effettuata dal'Iarc, che fa capo all'Oms, pubblicata da Lancet Oncology, ha dimostrato che nelle persone sotto i 30 anni il rischio di contrarre melanoma è del 75% più alto nei soggetti che fanno uso dei lettini. In Italia ci sono circa tredicimila esercizi commerciali autorizzati (solaria, centri estetici) che utilizzano apparecchiature provviste di sorgenti di radiazioni Uv per l'abbronzatura artificiale della pelle, oltre ad un numero non trascurabile di palestre, negozi di acconciatore e alberghi.
In Italia i casi sono circa 6.000 (3.143 negli uomini e 2.851 nelle donne) e la mortalità e i decessi sono circa 1.500 (849 negli uomini e 633 nelle donne). La diffusione tra i giovani sta diventando sempre più importante e attualmente oltre il 50% dei casi viene diagnosticato entro i 59 anni.
«Le più pericolose sono le lampade ad alta pressione» ha spiegato Cameli. Ci si abbronza più velocemente ma i danni sono maggiori.
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