Roma

«Tra qualità e botteghino»

«Tra qualità e botteghino»

Rispetto della qualità con l’occhio puntato al botteghino, perché gli abbonati sono i maggiori azionisti dei teatri stabili privati. E poi accelerare il processo di ricambio generazionale senza escludere i grandi leoni dalla ribalta. Sono i due leitmotiv del nuovo triennio del teatro Eliseo, fino al 2008 affidato alla direzione artistica di Antonio Calbi, successore di Peppino Patroni Griffi. «Mi impegno a coniugare il meglio del teatro tradizionale con il meglio della tendenza, proseguendo nel solco del lavoro intrapreso nell’ultimo biennio senza stravolgere l’attività delle due sale - spiega il neodirettore -. Trend e classicismo devono continuare a dialogare. Noi ci crediamo anche se lo sforzo è grande e il disorientamento del teatro italiano non ci aiuta». Consulente generale dell’art director prima, vicedirettore poi, il quarantaduenne Antonio Calbi vanta un curriculum vitae invidiabile. Una laurea in semiologia dello spettacolo e un diploma in operatore dello spettacolo seguiti da una collaborazione con i teatri più prestigiosi - il Piccolo di Milano, lo Stabile di Torino, il Teatro Verdi, il Franco Parenti -, spaziando dalla professione di giornalista e critico alle collaborazioni tv. «Il teatro è servizio pubblico in quanto pratica democratica di espressione. È arte sociale, una delle ultime forme di parlamento vivente sottratto alla debacle dei media e resistente alla società virtuale. Vorrei che tornasse a parlare alla gente intrecciando emozioni e pensiero». Tra i progetti pensati e realizzati da Calbi per l’Eliseo gli omaggi a Giovanni Testori, Giorgio Strehler, Giorgio Gaber, Giovanna Marini e Romolo Valli e l’impegno umanitario con «Italy for Ruanda». «Per me l’Eliseo è il teatro pubblico della città: purtroppo a Roma si punta troppo sul marketing promozionale.

Noi ci andremo cauti, lavoreremo in punta di penna e in punta di piedi».

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