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Quando anche Milano scoprì il mare e diventò Marittima

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Lo chiamavano «E nostar pitor». Lui, Giuseppe Palanti, invece era di Milano. Un milanese innamorato di Cervia, di quel pezzo di mare e di quell’immenso «Pineto» poco più in là, dove scorrazzavano cavalli selvaggi e buoi dalle lunghe corna. Lui, il «pitor» con i suoi pennelli fermava sulle tele i pini e il mare. Le vele colorate delle barche e la spiaggia. Poi tornava nella grande città, a Milano e faceva vedere a chi conosceva quelle rare bellezze. Convinse così un gruppetto di benestanti milanesi come lui a fondare la Società Milano Marittima che il 14 agosto 1912 rileva la concessione di una porzione di terreno dal Comune di Cervia. Con una promessa: ogni anno avrebbero costruito un certo numero di villini. E non solo per chi aveva tanti soldi da spendere. Nasce così cento anni fa Milano Marittima. Ieri il sindaco Giuliano Pisapia ha celebrato con il collega di Cervia Robert Zoffoli questo anniversario preparando a colpi di mattarello una piadina al sale, dolce di Cervia. «Milano Marittima è una città giardino che è rimasta tale - ha detto Pisapia - ma ha costruito molto per la cultura». Un «gemellaggio da rafforzare» quello fra i due Comuni «per unire le forze e le eccellenze» e questo «soprattutto in vista di Expo, perché chi verrà a Milano possa spostarsi per conoscere le altre bellezze del nostro Paese». Milano Marittima, appunto. Nata dal sogno di un artista. Attratto dalle città giardino teorizzate dall’urbanista inglese Ebenezer Howard, fu il pittore Giuseppe Palanti a disegnare il piano regolatore della cittadina. È lui che costruisce la sua prima casa. Ed è sempre lui che vuole incisa sulla facciata la frase di D’Annunzio: «Il mare canta una canzone d’amore nel plenilunio bianco alla pineta». Perché la pineta, anzi il Pineto, doveva essere rispettato. «Meglio rinunciare a qualcosa ma salvare il Pineto», ripeteva agli amici del primo consorzio. E così è stato. Fino ad oggi.
Milano Marittima è ancora una città giardino, ha conservato la sua pineta sul mare e quest’anno festeggia i suoi cento anni dalla fondazione. La casa di Palanti c’è ancora, proprio lì vicino al mare, «anche se non è più della nostra famiglia«, commenta la nipote Paola Rotta che ha mantenuto fortissimo il legame con la cittadina sull’Adriatico. È lei che ricorda le parole della vecchia zia che le raccontava di quando quel manipolo di pionieri milanesi si trovava sulla spiaggia ogni Ferragosto a gustare il risotto giallo, bagnato di Sangiovese. È lei che ricorda il tradizionale bagno di San Lorenzo: ogni 10 agosto da Cervia arrivavano tutti i contadini, con i carri, i buoi, i cavalli e si buttavano tutti a mare per fare quell’unico bagno dell’anno. Non c’erano strade allora, non avevano l’acqua nelle case e per andare a fare la spesa dovevano percorrere un sentierino che li collegava a Cervia. Poi quando hanno costruito il primo albergo, il Mare Pineta (che c’è ancora) il ragazzo col carretto dell’albergo passava da quelle prime case a prendere il bigliettino con le ordinazioni e faceva la spesa per tutti. Poi ci fu la colonia per i bambini costruita vicino ai villini costruiti un po’ alla volta e venduti a 10mila lire quelli a due piani e 15mila lire i più belli con la torretta, la terrazza e la cantina. Ricco il cartellone di appuntamenti in programma a Milano.

A cominciare dalla mostra fotografica, in via Dante, che in 36 scatti d'autore racconta la Milano Marittima di ieri e di oggi. Previsto il cortometraggio «Quell'estate al mare», proiettato il 5 marzo all'Urban Center. Il calendario delle iniziative in programma è consultabile sul sito www. centenariomilanomarittima.it.

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