Quando il cabaret era una cosa seria

Stasera al Ciak omaggio al grande comico milanese. Sul palco tutti i suoi «nipoti» e «figliocci» più bravi

Una serata per ricordare il passato, testare il presente e cercare di scorgere nuove risate per il futuro. Anche a questo, oltre che a onorare la figura di un grande del cabaret milanese, serve la seconda edizione del «Festival di Valdi», rassegna concentrata in una serata - questa sera al Teatro Ciak - presentata da Diego Abatantuono e Paolo Limiti e dedicata a Walter Valdi.
Scomparso nel 2003, Walter Valdi (vero nome Nicola Giovanni Pinnetti, una carriera già scritta come avvocato immolata alla nobile missione del cabaret) è stato uno dei pionieri della comicità meneghina, coltivata in quel tempio improvvisato e genuino che fu il «Derby». Storico esponente del teatro-canzone, autore di brani come La büsa nova e Faceva il palo nella banda dell'Ortica, Valdi non ha smesso di ispirare un'arte che, con le tentazioni del palcoscenico televisivo, forse rischia di questi tempi una pericolosa saturazione del pubblico. Per non dimenticare lo spirito da cui tutto nacque, «Festival di Valdi» raccoglie un nutrito numero di vecchi e giovani volti del cabaret metropolitano - dal già citato Abatantuono a Carlo Pastori, da Ale&Franz a Alberto Patrucco, da Stefano Chiodaroli a Sergio Sgrilli - chiamati all'appello dallo storico sodale di Walter Valdi, Franco Visentin. Un bis che si imponeva dopo il successo, al Teatro Smeraldo, della prima edizione.
«Da quell'esperienza nacque anche un doppio cd (edito da River Records) - spiega Visentin - nel quale io, Enzo Iacchetti, Flavio Oreglio, e altri importanti artisti milanesi interpretavamo le canzoni di Walter. Sul palco del Ciak cercheremo di ripeterci: accanto all'improvvisazione e ai numeri studiati insieme ai giovani volti di Zelig e Colorado ci saranno proiezioni dei filmati di Valdi, un medley dedicato ai suoi successi e un finale corale sulle note di Il gallo è morto».
Ridere per onorare è il modo migliore, forse il più struggente per dimostrare quanto un personaggio come Valdi manchi oggi alla città: «Cosa mi manca di Walter? - dice Visentin - La sua semplicità innanzitutto: sul palco sfoggiava una strana lentezza, sembrava immobile, ma in verità metteva la quarta nella comicità. La sua scelta dei tempi era perfetta».
Lo show al Ciak non sarà mera nostalgia, però: «Come la prima edizione richiamò molti giovani - conclude Visentin - anche questa vuole raccontare il cabaret di oggi, le canzoni saranno sottotitolate in inglese per un pubblico, quello milanese, sempre più internazionale».
Oltre alla tribù dei comici, sono previste coreografie di danza, firmate da Chiara Cattaneo, con i ballerini del Mas e della parmense Professione Danza. Un ricordo di Valdi viene anche da Carlo Pastori, volto di Zelig, attore e fisarmonicista: «Di Valdi, l’altro grande Walter insieme a Chiari della comicità milanese, ricordo la flemma inesorabile e la sua poesia - spiega -. Io mi sento a metà strada tra la vecchia generazione e quella nuova. Più che la tv, sono eventi come questi che possono raccontare lo stato del cabaret oggi. E ancor di più, questa è la verità, i cari, vecchi locali dove non c'è filtro tra attori e pubblico».

Tesi sposata in toto da Alberto Patrucco, una delle star di questa sera: «Con Valdi avevo un gratificante rapporto di stima reciproca, lui mi ha insegnato il cabaret nobile, quell'intreccio di humor, sarcasmo e canzone che la tv non può darti».
Festival di Valdi
Teatro Ciak
Questa sera, ore 21
Info 02.3495211

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