Quando il circo è una «questione di famiglia»

Con buona probabilità la definizione di teatro-circo non rende bene l’idea dello spettacolo che Aurélia Thiérrée, figlia di Victoria Chaplin e Jean-Baptiste Thiérrée (e dunque nipote del grande Charlie Chaplin), presenta a Tivoli, nell’ambito del FestiVal Internazionale di Villa Adriana curato da Musica per Roma, da questa sera a sabato. Si tratta infatti di una pièce, Oratorio d’Aurélia il titolo, dove teatro, danza, circo procedono di pari passo, in un amalgama omogeneo di espressività fisica e recitativa che si ispira alle atmosfere del music hall. Il progetto porta la firma di mamma Victoria, capofila del Nouveau Cirque europeo ma soprattutto poetica creatrice di universi performativi dove il sogno possiede una carica molto più vitale della realtà. «Con Victoria - spiega l’interprete, qui in scena con altri sette artisti, tra cui il ballerino Jaime Martinez - siamo partite da alcune idee visive. La nostro prima ispirazione è stato un libro del Medioevo in cui tutto è al contrario: gli uomini portano sulle spalle i cavalli e le donne vanno in guerra. Un pamphlet politico dove il mondo è all’inverso». Da queste prime luci, ha preso via via forma un lavoro carico di magia, metamorfosi, prodezze fisiche e invenzioni fantasmagoriche. A partire da quel lungo drappo rosso che avvolge il corpo di Aurélia prima che lei prenda il volo: «quello che mi piace nello spettacolo è il suo aspetto fragile e la sua parte imprevedibile. È la prima volta che io e mia madre elaboriamo un pièce insieme».

E ovviamente gli echi autobiografici non mancano visto che questa giovane artista, recentemente impegnata anche al cinema in pellicole di Milos Forman, Coline Serreau e Jacques Barratier, ha avuto una vita fuori dall’ordinario, contraddistinta dai continui viaggi in roulotte, dalle continue tournée, dalla continua frequentazione di tendoni e «arene» dove è normale sfidare le leggi della gravità e immaginare che tutto sia possibile. Almeno in sogno!