Mentre all'inizio della mattinata la fiumana di studenti procede scomposta e disordinata nei corridoi della scuola, mi dirigo verso l'aula e un alunno mi sibila a mezza bocca un «Ciao, prof». Ma in quale circolo Arci sei stato educato? Chi ti ha sobillato finora? Penso ma non dico ad alta voce, perché oggi difficilmente un pedagogista (che vuole una cattedra universitaria a scienze dell'educazione con l'appoggio del Pd o della sinistra extraparlamentare) sarebbe disposto a riconoscere che il rapporto docente-discente dovrebbe essere basato sull'autorità riconosciuta dei professori. Al massimo si può parlare di autorevole proposta educativa dei docenti, controllata su basi sindacali attraverso le rappresentanze dei genitori, se previa riunione in assemblea decidono di non boicottare l'insegnante, accordargli l'appoggio e non sobillargli la classe contro. Allora mi limito ad abbozzare, facendo però notare che un «Buon giorno» all'inizio della giornata sarebbe più indicato, stemperando l'osservazione, perché si sa al centro dell'azione educativa oggi c'è lo studente e ha sempre ragione, soprattutto per i presidi che temono le famiglie più degli ispettori ministeriali. «Ma lo scorso anno ci rivolgevamo a un prof utilizzando il tu», così si giustificano. Ancora a metà anno scolastico persistono queste cattive abitudini che ciclicamente riemergono, instillate in precedenza da qualche istrione da centro sociale con l'intento di plagiare sinistroidemente le coscienze giovanili. Evidentemente oggi è la giornata del rigurgito protestatario ideologizzato. All'appello non rispondono, sono riottosi. In quarta fila uno vuol tenere in testa una cuffia da rapper, ma basta fulminarlo con lo sguardo per risolvere la situazione, ancora non ha affinato la sua tecnica di opposizione studentesca.
C'è una recrudescenza di guerriglia scolastica ai danni del docente e al momento sembra incomprensibile, ma basta una rapida analisi degli ultimi giorni e comprendo subito che il motivo è da ricercare nella verifica di ieri, di cui in anticipo non si erano intuiti dettagliatamente l'argomento e i contenuti. Esiste infatti la brutta abitudine, diffusa tra certi docenti fautori del suggerimento sociale camuffato, di far percepire in qualche modo il contenuto delle verifiche proposte, e fare in modo che tutti possano avere buoni risultati. Ovviamente non l'ammetteranno mai, ma è così, tanto che gli studenti si abituano e poi pretendono sempre queste consistenti anticipazioni esplicitamente comunicate. In caso contrario la classe si vendica con opposizione, contestazione politicizzata e allora, come sta capitando, la mattinata di lezione scorre tra continui richiami, motteggi mal dissimulati, commenti con la testa seminascosta tra i banchi, disattenzione diffusa, ecc. Il tutto si placa solo alla notizia che nell'eventualità di insufficienze ci sarà la possibilità di recuperare con un'altra prova concordata.
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