Quando Dino andò a trovare Hieronymus Bosch

Pubblicata in volume la presentazione che il giornalista firmò per l'opera dell'artista olandese

Quando Dino andò a trovare Hieronymus Bosch

La letteratura pennellata ad arte, o l'arte raccontata dalla letteratura: tra il 1966 e il 1985 la casa editrice Rizzoli pubblicò una collana straordinaria finita in molte delle nostre case, «I Classici dell'Arte». Centoundici volumi monografici dedicati ai nomi più importanti della pittura europea - dal Rinascimento al '900 di Egon Schiele e De Chirico - in cui la presentazione dell'artista era affidata spesso a firme celebri della letteratura italiana, una sorta di slalom parallelo, ed estroso per gli abbinamenti, tra i grandi «maestri» dei due campi. Esempi. Flaiano e Paolo Uccello, Sciascia e Antonello da Messina, Ungaretti e Vermeer, Testori e Grünewald, Morante e Beato Angelico, Volponi e Masaccio... L'accoppiata del secondo numero della collana, proprio nello stesso 1966, fu Dino Buzzati e Hieronymus Bosch. Bene, quella «presentazione», proprio mentre a Palazzo Reale di Milano è in corso la mostra Bosch e un altro Rinascimento diventa oggi un volumetto illustrato, a cura del buzzatianus maximus Lorenzo Viganò. Dino Buzzati, Il maestro del Giudizio Universale (Henry Beyle, pagg. 80, ill., euro 30). E c'è da impazzire ad assistere al duello fra la penna dello scrittore-giornalista e il pennello folle del maestro fiammingo.

Beh, insomma, volete sapere cosa s'inventa Buzzati? Come nei suoi migliori pezzi giornalistici, trasforma la presentazione in una novella fantastica, immagina un viaggio in terra d'Olanda, nella città in cui nacque Hieronymus Bosch, che si scrive proprio così: 's-Hertogenbosch, e dà vita a un incontro molto particolare con un discendente del pittore.

Il quale rivela a Buzzati, e Buzzati a noi lettori-spettatori, l'esistenza di un'opera perduta, il Giudizio Universale; e soprattutto che Bosch, da tutti considerato artista del mostruoso e dell'assurdo, fu in realtà - leggi qui - uno squisito realista. Ciò che dipinse, dovete crederci, lui lo vedeva veramente...

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