Agosto, città chiusa per ferie, saracinesche abbassate, niente ristoranti o panetterie, ma soprattutto niente carburanti. In questo mese i distributori aperti infatti non arrivano a 100, con grave disagio per i cittadini spesso costretti a lunghe giri per trovarne uno con laddetto. «Ma il problema non sono le vacanze, bensì la revisione della rete di distribuzione che negli ultimi cinquantanni ha ridotto da 900 a 300 gli esercizi nellarea urbana - precisa Paolo Uniti, segretario milanese della Figisc milanese - tagliando in particolare i piccoli impianti nelle aree più centrali. Non so se ormai ci sia più un solo benzinaio aperto nella Zona 1».
La categoria dunque respinge le accuse, spiegando le difficoltà dei milanesi con un radicale cambio economico e culturale del Paese e dunque anche della città. «Negli anni Sessanta dentro la cinta urbana operavano 900 esercizi, a fronte di un parco macchine circolante che era forse un quinto di quello attuale. Del resto non ci voleva molto, il Paese era in piena espansione, ogni anno le immatricolazioni salivano a ritmi sostenuti e le grandi compagnia facevano a gara per aprire impianti. Che del resto erano solo un paio di pompe affidate poi al gestore».
Molte cose sono cambiate e in fretta in questi ultimi cinquantanni in particolare le esigenze del consumatore-automobilista. Non si accontenta più del pieno, vuole un miglior servizio, una maggior offerta di prodotti. E non cè spazio nelle vie cittadine per allargare limpianto con un gabbiotto. Così le grandi compagnia cambiano strategia, privilegiano le grosse aree di servizio dove fare il cambio dellolio, il rifornimento di metano e gpl, acquistare accessori per la vettura, libri, cd, dvd, bibite e prodotti alimentari.
«E così iniziano a chiudere uno dopo laltro - prosegue Uniti - un processo che ha ridotto il numero di distributori agli attuali 300. E la tendenza ancora non si arrestata, con le piccole stazioncine maggiormente penalizzate. Basta pensare agli impianti lungo i Bastioni di Porta Venezia, erano tre o quattro fino a poco tempo fa, ora tutti chiusi».
Dunque per fare il pieno destate lo sfortunato rimasto città deve armarsi di pazienza e girare, nella speranza di trovare un distributore prima che sia troppo tardi. «Be adesso non esageriamo - replica ancora il segretario Figisc - Tanto per cominciare tutti gli impianti lungo le tangenziali rimangono aperti tutto lanno e 24 ore su 24. Un po scomodo arrivare fino a lì? Be ci sono sempre i distributori automatici. Non cè benzinaio che vada in ferie senza prima avere fatto lui stesso il pieno ai propri serbatoi. Sono migliaia di litri, in grado di garantire anche settimane di rifornimenti».
Impossibile poi per Paolo Uniti che qualche esercente faccia il furbo si stufi e chiuda dimprovviso. «Ci sono turni ben precisi stabiliti da Comune e Regione che vigilano con sanzioni su eventuali infrazioni. Ma soprattutto ci sono le compagnie che non gradiscono chiusure selvagge.
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