Quando Gerbi pagava i casellanti

Quando Gerbi pagava i casellanti

È una storia di cent’anni fa, ma quelle sbarre che si sono parate davanti al gruppo ieri alla Parigi-Roubaix hanno ridato al ciclismo la sua dimensione senza tempo. Un tuffo nel passato fino al 1907, ai tempi del ciclismo eroico, quando imperversavano i primi eroi, Ganna, Cuniolo, Galetti, Rossignoli, ma soprattutto Giovanni Gerbi, detto il Diavolo Rosso: rosso per la maglia ma soprattutto diavolo perché ne faceva di tutti i colori. Gerbi vinceva, vinceva tanto, fu lui ad esempio ad inaugurare l’albo d’oro del Giro di Lombardia, ma tante volte usava anche mezzi poco ortodossi, se non addirittura illeciti.
E uno dei più clamorosi imbrogli della sua carriera ci rimanda proprio al fatidico passaggio a livello. Al Giro di Lombardia del 1907, infatti, il Diavolo Rosso ne escogitò una delle sue: se ne andò in fuga verso Milano proprio pochi chilometri prima di un attraversamento della ferrovia, proprio dove c’era un casellante che era già stato adeguatamente comprato e istruito dallo stesso Gerbi. Subito dopo il suo passaggio, infatti, fecero scendere le sbarre e gli inseguitori si dovettero fermare ad aspettare un treno che stranamente non sarebbe mai arrivato.


Il Diavolo Rosso si involò verso il suo secondo trionfo nella classica d’autunno, ma quando venne scoperto gli fu ovviamente revocata la vittoria, che andò al francese Garrigou, e Gerbi venne squalificato per sei mesi. Chissà se Cancellara, invece, s’era messo d’accordo con i ferrovieri...

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