Quando l’Ogm è più sano del biologico

Uno scontro ideologico, innanzitutto. Quella sugli Ogm è una battaglia che divide: scienziati e cittadini, agricoltori e consumatori, politici e ricercatori. Ed è una guerra che si combatte, spesso, a colpi di pregiudizi: gli italiani in maggioranza dicono no ai campi coltivati col biotech ma, in molti casi, non sono bene informati su rischi (presunti) e vantaggi (spesso ignorati). E, al contrario, molte volte amano il biologico, senza però essere così informati: insomma dimenticano sospetti e precauzioni che, invece, abbondano quando hanno a che fare con il biotech.
Lo conferma un’inchiesta della rivista Espansione, che proprio alla «nuova agricoltura» (geneticamente modificata o biologica) dedica il nuovo numero, in edicola con il Giornale a partire da domani: il 54,8 per cento dei connazionali è contrario agli organismi geneticamente modificati, mentre un abbondante 18,7 per cento si dichiara «disinformato». Favorevole agli Ogm - dice l’indagine condotta da Interactive market research - è poco più di un italiano su quattro (il 26,5 per cento). La ricerca ha cercato di capire anche perché: gli Ogm «resistono meglio all’ambiente» (53,7 per cento), «costano meno» (43 per cento), con loro «servono meno parassitari» (41,5 per cento) e «combattono la fame nel mondo (41 per cento).


Ma, soprattutto, l’inchiesta di Espansione lancia una provocazione e si chiede se per «mangiare sano» sia meglio scegliere «bio» oppure Ogm: perché controlli e analisi sul biotech sono rigorosi, gli scienziati ne hanno spiegato i benefici e, mentre l’Italia dice no agli Ogm, i nostri vicini ne coltivano migliaia di ettari.

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