Quando l’Ungheria disse no al comunismo

All’interno della rassegna Milanocinemaslow, iniziativa realizzata in collaborazione da Provincia di Milano, Fondazione Cineteca Italiana e Slow Food Milano, questo pomeriggio alle 14 viene proiettato Satantango, film inedito di Béla Tarr, quarantenne regista ungherese.
Satantango è un film fiume, un film sfida della durata di oltre sette ore: una reale esperienza dello sguardo, il cui il senso del racconto si coglie nel suo lento dispiegarsi nel tempo, come in un romanzo epico. Completato nel 1994, in bianco e nero, la storia è tratta dal romanzo Sátántangó dello scrittore ungherese László Krasznahorkai.
La storia narra del collasso di una fattoria collettiva ai tempi della fine del comunismo in Ungheria. La maggior parte delle persone che vivono nella fattoria sono ansiose di andarsene via da quel posto che considerano disastrato e miserabile e sperano in un futuro migliore grazie al denaro che riceveranno dalla chiusura della comunità. Ma ecco che il carismatico Irimias, che sparì due anni prima dalla comunità e che ormai tutti davano per morto, sta per tornare.


La voce del suo ritorno rapidamente arriva al villaggio e il film si concentra sull’impatto e le conseguenze che il ritorno di quest’uomo ha sugli abitanti della fattoria che si troveranno a far fronte non solo alle astuzie di costui ma anche a quelle messe in atto gli uni contro gli altri.
Satantango, Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2, ore 14, info 02-29005659, ingresso 5 euro.

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