Quando il Mago di Oz diventa un’opera da «Beat generation»

Quando il Mago di Oz diventa un’opera da «Beat generation»

Dalla tranquilla casa nel Texas al tornado che catapulta la piccola Dorothy sulla mitica Route 66, sfondo dell’indimenticabile best seller di Jack Kerouac «Sulla Strada», con l’uomo di latta trasformato in un barbone corazzato dai rifiuti e il Leone Codardo nei panni di un bullo di periferia che non fa paura a nessuno; in una buffa e infinita carrellata di bizzarri personaggi.
«Oz on the road, un’opera di confine (e non solo un’opera)» - coproduzione del Teatro Carlo Felice e Fondazione Luzzati/Teatro della Tosse - va in scena al Carlo Felice, in prima assoluta, mercoledì 25 gennaio (ore 20.30) con un’anteprima per le scuole martedì 24 (ore 10) e recite fino al 2 febbraio. Una rivisitazione del celebre romanzo di Frank L. Baum, «Il mago di Oz», che sposta la storia negli anni e nei luoghi della Beat generation, con tanto di scene «a collage» pop art (Paola Ratto), costumi ad hoc (Guido Fiorato) e musica (Bruno Coli su libretto di Fabrizio Gambineri) fatta di contaminazioni tra generi, mescolando il musical alla classica e al rock, con un incipit che riprende la mitica canzone dei Righeira «L’estate sta finendo»: un lavoro di confine tra opera lirica e teatro di prosa, in nome «di una collaborazione proficua tra due realtà teatrali diverse, per attirare sempre di più giovani e meno giovani in platea», come ha tenuto a sottolineare il regista Emanuele Conte.
«Il magnifico Mago di Oz, scritto nel 1900, ebbe fin da subito uno straordinario successo tra i ragazzi e tra i lettori di tutte le età; senza contare l’eccezionale musicalità che lo trasformò nel giro di due anni in musical, con debutto prima a Chicago, poi a Broadway - spiega Conte -. L’idea di metterlo in scena mi frullava in testa già da diversi anni. Ed ecco qui: ma la sorpresa sarà il finale, che, sono sicuro, non tradirà lo spirito originale del testo, oltre ad essere un buon auspicio per una nostra rinascita culturale».
Grande protagonista dell’opera, ancora una volta il coro di voci bianche diretto da Gino Tanasini, il fiore all’occhiello del Carlo Felice, sempre più presente e preparato.

Cast: l’attore Alberto Bergamini (Omino/Oz) e i solisti dell’ «Ensemble Opera Studio»: Paola Santucci e Costanza Gallo (Dorothy), Francesca Sartorato (Zia Emma e tutte le streghe), Fabrizio Beggi (Zio Henry), Biagio Pizzuti (Spaventapasseri), Manuel Pierattelli (Tom, fattore/Tin), Valdis Jansons (Bill, stalliere/Lion). Orchestra del Carlo Felice diretta da Bruno Coli.

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