Quando moda fa rima con potere

Reginette del fashion, modaiole fino all'eccesso, maniache di accessori eccentrici e stravaganti: le vostre maestre in fatto di moda non sono le protagoniste di Sex & the City. Le vere pioniere del fashion victims risalgono a duecento anni fa, ai primi anni dell' Ottocento. E per dirla tutta, l'impero della moda non è esploso con i grandi stilisti moderni, bensì con Napoleone Bonaparte. Difficile da trovare sui libri di storia, ci hanno pensato due appassionati collezionisti, esperti dell'età napoleonica, a far luce su questo aspetto del grande condottiero che aveva capito quanto la moda non fosse solo fenomeno di costume bensì strumento di potere. Si impossessò anche di quello ponendo le basi, in Francia, di quell'industria moderna che oggi conosciamo. Moda come fenomeno culturale, dunque, al quale la Triennale (dopo la mostra dedicata ad Armani e a Ferragamo, come ha ricordato il presidente della Triennale, Davide Rampello) dedica da domani al 12 settembre uno strepitoso percorso, intitolato «Napoleone e l'Impero della moda, una visione a 360° gradi dell'Età Napoleonica», in cui si possono ammirare non solo i numerosi costumi d'epoca, ma capire come per la prima volta, a partire da quest’epoca, la moda venga riconosciuta come strumento di potere. E' in questo periodo che, grazie alla pubblicazione della rivista specializzata Costume parisien, nascono le prime fashion victims, si impara a scegliere sarti e parrucchieri, nascono le prime boutiques, così come la stampa di settore. L'esposizione è un viaggio nella quotidianità dell'epoca: dai differenti modi di vestire nell'arco della settimana e delle stagioni, ai matrimoni, alla maternità, alla nascita, alla morte e a tutti i piccoli-grandi eventi che costellano la vita delle persone. Un percorso tracciato da Cristina Barreto e Martin Lancaster, ricercatori e consulenti tessili del periodo napoleonico, curatori della mostra che hanno messo a disposizione la loro collezione privata: anni di passione tradotti in migliaia di stampe, centinaia di capi e accessori e un archivio storico della stampa specializzata. Un totale di 51 capi che rappresentano la quotidianità e le trasformazioni sociali generate dallo sviluppo industriale e commerciale, conseguenza del nuovo ordine politico in Europa e nelle colonie. Trasformazioni che hanno lasciato una larga impronta nel mondo, ancora visibile oggi. Si comincia con il Direttorio, sensuale e stravagante; sobri e rispettabili invece, i costumi della Restaurazione borbonica, a cui si giunge muovendosi tra le sale, fino a sfiorare il puritano pudore vittoriano. La radicale trasformazione della moda maschile, al passo con quella femminile, virile e democratica; la figura del militare, onnipresente in questo periodo.

Infine, un'ampia raccolta di stampe, immagini e oggetti del periodo e un archivio storico di Costume Parisien, la prima rivista di moda della storia, completano e contribuiscono a spiegare questo viaggio nella storia, illuminandoci, non senza un pizzico di ironia, sulle radici del fashion system di oggi: è la nascita del contesto che genererà le prime fashion victims della storia.

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