Roma

Quando il pellegrinaggio è un percorso archeologico

Giacomo il Maggiore, figlio di Zebedeo e fratello dell’evangelista Giovanni, fu il primo tra gli apostoli di Gesù Cristo ad essere martirizzato. Era il 44 d.C. quando, catturato dai soldati di Erode Agrippa, venne decapitato a Gerusalemme e il suo corpo, caricato su un’imbarcazione a Jaffa, fu abbandonato al mare. Racconta una leggenda che il natante con i suoi resti approdò sulle coste atlantiche della Spagna e si arenò a circa 30 km dal sito attualmente noto come Santiago di Compostela, ma passarono molti secoli prima che la tomba di San Giacomo venisse riconosciuta come tale. Incominciò allora il pellegrinaggio, il celebre «Cammino di Santiago» ancora oggi costellato di memorie, simboli, spiritualità. La grande mostra «Compostela e l’Europa. La storia di Diego Gelmírez», che si tiene nel Braccio di Carlo Magno, in piazza San Pietro, fino al primo agosto, vuole far conoscere la storia dell’importante sito spagnolo e il suo importante contributo all’arte romanica europea. Diego Gelmírez (1070?-1140), in particolare, è stato il primo vescovo a trasformare Santiago in un importantissimo punto di riferimento per l’Europa del Medioevo, tanto che il pellegrinaggio iacopeo divenne pari a quelli di Roma e di Gerusalemme. Fu Gelmírez a porre nel 1078 la prima pietra dell’attuale cattedrale, la cui facciata tardobarocca introduce al meraviglioso Portico de la Gloria, scolpito con una miriade di sculture romaniche.
La mostra evidenzia le rotte dei pellegrini che nel XII secolo attraversavano l'Europa per recarsi in Galizia, in quella che all'epoca era la Finis Terrae e anche la fine del pellegrinaggio, simboleggiata dalla conchiglia (pecten) che abbondava sulle spiagge galiziane. Gelmírez stesso fu un viaggiatore instancabile e si recò due volte a Roma, una prima volta nel 1100 e poi nel 1105 per ricevere il pallio a San Lorenzo fuori le Mura da papa Pasquale II. Percorse la cosiddetta via francigena italiana che si unisce in Francia alla via tolosana, passando la seconda volta per l’abbazia di Cluny. Capitelli figurati, colonne tortili, acquasantiere e altre interessanti sculture ci mostrano suggestivi esempi dell'arte del Cammino di Santiago, arte che attraverso i regni ispanici occidentali entra a far parte attiva del primo stile internazionale europeo, il romanico. Rivive in mostra un fantastico mondo di pietra, con tanto di animali mitici, come la sfinge, e putti vendemmmianti che si rifanno a motivi romani, insieme a scene bibliche e astrologiche. Tra i pezzi più belli ci sono quelli provenienti dall’abbazia di Saint Sernin di Tolosa (Signum Leonis, Signum Arietis), il fusto della Porta Francigena della cattedrale di Santiago di Compostela e le colonne salomoniche italiane (copie di quelle di San Pietro) provenienti dalle chiese della SS. Trinità dei Monti e di San Carlo a Cave.
Orario: dalle 10 alle 18, chiuso il mercoledì.

Ingresso gratuito.

Commenti