Roma

Quando il potere è questione di simboli

Esposto a Palazzo Massimo un prezioso corredo imperiale forse appartenuto a Massenzio

Era il 28 luglio del 2005 quando Clementina Panella, che conduceva con i suoi allievi della Sapienza gli scavi sulle pendici nord-orientali del Palatino, in prossimità della Via Sacra e dell’antico santuario delle Curiae Veteres, caro a Romolo, ha visto sporgere qualcosa dalle murature. Forse un ritrovamento modesto, la fossa era molto piccola, invece si trattava di una scoperta unica, un corredo di 11 pezzi, chiusi in astucci di legno di pioppo, avvolti in seta e lino sotto metri di terra. Portastendardi in ferro e oricalco, lance da parata, un breve scettro in oricalco, ferro, legno e oro con fiore che sostiene una sfera di vetro, due sfere in vetro dorato pertinenti a una scettro più lungo e una in calcedonio azzurro con un foro passante per un elemento perduto, forse immagine del globo terrestre sormontato dall’aquila o dalla Vittoria.
«Passata l’emozione del primo momento, solo più tardi ci siamo accorti di quello che avevamo fra le mani - dice l’archeologa - anche perché non c’erano riferimenti» se non in monete, gemme, bassorilievi di età imperiale, la Colonna Traiana, il dittico in avorio di Stilicone. Una scoperta eccezionale anzitutto per l’unicità degli oggetti, per la preziosità dei materiali come l’oricalco (una varietà di bronzo simile all’ottone che solo le officine imperiali potevano produrre e smerciare), il calcedonio, utilizzato per gioielli di piccole dimensioni e qui di straordinaria grandezza e purezza, per la seta delle insegne simbolo del lusso orientale, per il vetro dorato e per la qualità e accuratezza della lavorazione del metallo. E soprattutto per il luogo del ritrovamento, il Palatino carico di significati simbolici e di memorie e sede della residenza imperiale. È questo insieme di elementi che ha fatto pensare alle insegne imperiali di Massenzio, «il maggior indiziato», seppellite al momento dello scontro di Ponte Milvio con Costantino nel 312 d. C. E lì sono rimaste fino a ieri, quando recuperate, studiate, restaurate e datate sulla base dei materiali ritrovati nella fossa, sono passate dallo scavo al Museo di Palazzo Massimo in un suggestivo allestimento negli spazi del Medagliere.
Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme, largo di Villa Peretti 1. Orario: dal martedì alla domenica 9.00 - 19.45. Informazioni: 06.39967700 e www.pierreci.

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