Tony Damascelli
Lincubo è un parente acquisito. La paura di prendere gol da Andriy Shevchenko, roba che mette i brividi, provoca allergie, non fa dormire Cannavaro e Barzagli. In verità si tratta di una storia giornalistica più che calcistica, il solito motivetto dellex che può batterti, segnandoti addirittura un gol. Del resto lalmanacco conferma la teoria. nella storia del mondiale ci sono precedenti illustri che ci riguardano e per questo molestano i sonni della vigilia. Ieri lo stesso Shevchenko ha detto testualmente: «Conosco bene lItalia, faranno di tutto per vincere. Sono sempre i favoriti ma per questo avranno tutta la pressione. E noi non abbiamo nulla da perdere contro di loro». Un cerchiobottista totale, da Kiev a Milano, puntando a Londra, Sheva si è portato avanti con il lavoro, tentando di scaricare sullavversario la responsabilità della qualificazione ma, nello stesso momento, dicendo che questo peso, alla fine, potrebbe anche condizionare la prestazione degli azzurri e stimolare quella degli ucraini.
Non ha alternative, almeno dialettiche. Se allItalia fosse toccata la Svizzera oggi forse diremmo di Behrami e di Vogel che avrebbero potuto impensierirci, vendicandosi ma gli svizzeri si sono chiamati fuori sui calci di rigore e allora eccoci con i fantasmi dellest, gli incubi di Kiev, Blokhin che un giorno lontano con la sua Under 21 giocò contro lItalia. Il fatto avvenne il 20 gennaio del 1977, al Luigi Ferraris di Genova, Vicini era lallenatore degli azzurri che giocavano con Galli, Canuti, Cabrini, Boni, Manfredonia, Galbiati, Guidolin, Agostinelli, Giordano, Di Bartolomei, Garritano. Nel secondo tempo Virdis prese il posto di Giordano e Paolo Rossi di Guidolin. Blokhin, fuori età, con i suoi 25 anni, era la stella dellUnione Sovietica, accanto a Khinchigashivili, Buriak, Onishenko, Kolotov, Kipiani. E Oleg Blokhin segnò il primo gol, Konkov raddoppiò e Agostino Di Bartolomei regalò la sola gioia azzurra, lUrss vinse 2 a 1. Blokhin concesse il bis a Cesena, il 21 febbraio del 1979, con la nazionale A ma contro la Under 21 azzurra, segnando dopo 7 minuti nella vittoria per 1 a 0 dellUrss sullItalia che schierava, fra gli altri, i due fratelli Baresi.
Lincubo resiste, Blokhin in panchina e Sheva in campo. Anche consultando lalmanacco. Prendete il mondiale di Messico 86. Furono due i parenti a castigarci: prima Maradona, che pareggio il gol iniziale segnato su calcio di rigore da Altobelli, nella partita della prima fase. Poi Michel Platini che ci mandò a casa negli ottavi di finale, realizzando il primo dei due gol francesi, senza esultare più di tanto, avendo superato nel tocco finale il suo collega amico Cabrini.
Ma chi può dimenticare, anzi è severamente proibito farlo, Karl Heinz Schnellinger che allultimo minuto di quella benedetta semifinale Italia-Germania Ovest, Messico 70, si tolse il primo gusto della vittoria, regalandoci comunque i due tempi supplementari di cui si ha memoria in una lapide allAzteca e in un film?
Meglio sarebbe non riandare alla chioma bionda di Claudio Caniggia che supera Ferri mentre rincula e Zenga mentre esce di porta. Un colpo di frusta e di capelli ed è gol per lArgentina, pareggio e dunque calci di rigore malefici che ci negano la finale di Italia 90, roba di casa nostra, e la consegnano agli argentini che poi pagano uguale biglietto, battuti da un rigore di Brehme.
Mondiale trionfale fu quello di Spagna, lurlo di Tardelli e la pipa di Sandro Pertini. ma prima della Germania ci fu un Brasile a tormentare i nostri sogni. Ci fu Paolo Roberto Falcao, ottavo re di Roma ante Totti natum. Il gol del secondo pareggio brasiliano prima che Paolo Rossi entrasse nella cronaca con la sua tripletta, hombre del partido e del mundial.
Purtroppo si deve andare con gli occhi a mandorla, al mondiale di ieri, quattro anni orsono, Giappone e Corea, di qua e di là, inseguendo un gol. Diciotto giugno, duemila e due, città di Daejeon, World cup stadium, minuto 117 di Italia-Corea del sud, ottavi di finale, serata aspra, novanta minuti finiti 1 a 1 con i gol di Vieri, il pareggio di Seol, quel Moreno che una ne pensa e cento ne combina, un rigore per i coreani, calcia Ahn, il perugino di Gaucci, para Buffon, Totti fuori, strilli azzurri, Bobo Vieri sbaglia un gol fatto allultimo secondo, nei supplementari cè il terrore del golden gol, roba che ci ha già pugnalato nella finale del campionato europeo, alla voce David Trezeguet.
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