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Quando la ricchezza fa paura Meglio poveri che a rischio rapina

Un intervistato su due teme di essere derubato o imbrogliato

da Milano

Per l’Agenzia delle entrate i ricchi in Italia sono 220mila, ma secondo un’indagine di Astra ricerche, gli italiani che dispongono di un patrimonio di 500mila euro sono 1,8 milioni: l’indagine è stata effettuata su un campione di 1002 italiani. Attentibile? «Attendibile!» assicura Enrico Finzi, presidente di Astra. Che poi però precisa: «Molte informazioni, più che i ricchi, le danno le loro mogli».
Ma Alfio Bardolla, autore del libro «I soldi fanno la felicità» e ideatore di corsi di finanza personale «per arricchirsi», della ricchezza ha una definizione diversa: «È ricco chi dispone di entrate automatiche extralavoro sufficienti a finanziare il suo tenore di vita». In altre parole: chi può vivere di rendita. Se 500mila euro sono alla portata di molti, visti i valori degli immobili, Bardolla (che ha commissionato la ricerca) ha una visione più dinamica della ricchezza e sostiene che «la casa dove si vive dev’essere sempre in affitto. Quel denaro va utilizzato per generare reddito». Come? «Comprando e vendendo immobili e giocando in Borsa: meglio quella americana, puntando su opzioni prive di grandi rischi». Quanto? «Il 10, il 20% al mese... Si può diventare milionari (in euro) anche partendo senza capitali».
Ma che cosa pensano, in base alla ricerca, gli italiani della ricchezza? L’80 per cento sostiene di non averci nulla a che vedere, molti ne sono addirittura angosciati, se il 54% degli intervistati dichiara che «avrebbe paura di essere derubato, imbrogliato o di attrarre persone interessate solo ai soldi». Inoltre la ricchezza viene associata - dal 76% - all’immoralità, alla criminalità e all’evasione. Gli italiani hanno comunque un rapporto contraddittorio con la ricchezza: «Almeno 7,5 milioni - riferisce Finzi - desiderano diventare più ricchi, ma il 54% dichiara che non è un suo obiettivo. Negli Stati Uniti invece chi vuole arricchirsi è una netta maggioranza, il 59%».
Bardolla, da parte sua, sostiene una tesi ardita: «Se uno è povero, è solo colpa sua», considerando tutti gli strumenti oggi a disposizione per migliorare le proprie condizioni. Per cittadino povero Bardolla intende «chi guadagna sotto gli 800-1000 euro al mese in una città come Milano». «In Gran Bretagna - aggiunge - si insegna cultura finanziaria a scuola».
Dalla ricerca emerge anche l’atteggiamento poco «imprenditivo» degli italiani, perchè al quesito «che cosa ne farebbe della ricchezza», la maggioranza (75%) risponde che il suo obiettivo è una «vecchiaia serena», o «dedicarsi alle proprie passioni» (71%), «essere felice» (51%), «accrescere la propria influenza sociale» (47%): solo il 44% penserebbe ad «avviare una nuova attività».

Dei «Paperoni» gli italiani hanno una pessima considerazione: sono «fortunati senza merito» (per il 72% degli intervistati), «evasori fiscali» (59%), «ereditieri senza virtù» (54%), spesso arricchitisi «sulla pelle della gente e imbrogliando il prossimo» (47%).

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