«Quando il sindaco lo facevo io il Carroccio era meno romano»

Onorevole Marco Formentini, le manca la politica?
«Ho compiuto oggi (ieri, ndr) 81 anni. Vengo dalla politica e mantengo la passione per la politica».
Che fa? Torna?
«Non voglio un incarico. Mi occupo dei problemi della mia città e del mio Paese. Do una mano ad amici del Pdl come Gianfranco Rotondi».
Milano come sta di salute?
«Io giro molto in Europa e Milano non sta certo peggio delle altre metropoli. Casomai meglio».
Traffico, smog, case alle stelle.
«I problemi delle grandi città. Ma mi sembra che Milano sia una città viva e dove è piacevole vivere».
Non è troppo ottimista?
«Qualche problema semmai lo ha il Paese. Un’economia più fragile delle altre nazioni europee e allora la crisi si è fatta sentire di più».
Il futuro?
«Non è un bel momento, ma ci sono già sintomi di ripresa».
Il sindaco Letizia Moratti ha amministrato bene?
«Letizia ha fatto tanto per Milano. Ha diritto ad avere altri 5 anni per raccogliere i frutti. Può fare molto».
Vincerà?
«Vincerà».
Giuliano Pisapia?
«Bravo. Il meglio che la sinistra potesse pescare dal cappello».
Potrebbe vincere anche lui?
«Uno che piace a chi già vota a sinistra, ma non prenderà altri voti».
Spacciato?
«Ai milanesi solo a sentir parlare di sinistra viene l’orticaria».
I sondaggi dicono che in tanti voteranno per la Lega.
«Io non ho questi dati, ma è possibile che a Milano guadagni».
Dubita?
«La Lega a Milano è contorno, non sostanza delle cose. La vera vittoria sarà del Pdl. E della Moratti».
Parte da meno del 4 per cento, un consigliere e un solo assessore. Difficile far peggio.
«Sono scettico, il messaggio della Lega non è adatto. Milano ha 11 università, chiede risposte raffinate».
Lei è un leghista della prima ora. Che differenza c’è con oggi?
«Noi abbiamo vissuto e contribuito all’implosione del sistema dei partiti. Eravamo rinnovamento, lotta allo statalismo, alla corruzione».
E ora?
«Si è adattata, partecipa ai governi di Roma. Allora sarebbe stato impensabile. Ma ha abbandonato posizioni estreme, la secessione».
L’immigrazione?
«Un argomento che fa breccia».
La Lega ha perso la sua partita?
«Confinata al Nord non poteva far di più. Al suo posto è arrivato Berlusconi che dà risposte a tutto il Paese».
Non le piace la secessione?
«Secessione a Milano che è una città Risorgimentale? Ma via».
Meriti del sindaco Formentini?
«Della giunta, non del sindaco: far ripartire una città che era depressa. Ridarle la coscienza di avere un ruolo fondamentale per sferzare un’Italia sfiduciata».
Pedonalizzò via Dante. Ci si lamentò, ma ora è impensabile anche immaginarci le macchine.
«Perseguivamo fini che non corrispondevano a interessi costituiti. I commercianti protestarono, oggi cono contenti».
Una colpa della Lega di oggi?
«Non rivendicare quanto di buono fece quella giunta monocolore della Lega.

Soprattutto oggi che vuole il vicesindaco».
Il vicesindaco va alla Lega?
«È nell’ordine delle cose».
Sarà Matteo Salvini?
«Esordì con me che aveva i calzoni corti. È un ragazzo di grande valore, coerente, impegnato. Ha le carte in regola».

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