(...) eccetera eccetera e soprattutto perché lo si debba ridurre, però sappiate che un tavolo vigila su di esso. Così come, altra novità recentissima, cè un tavolo sullantico acquedotto genovese. Poi, cè chi sogna un tavolo fra i rappresentanti di industria, ricerca e istituzioni che «facciano sistema», altro mantra quasi magico e infallibile. E non manca il tavolo di lavoro sul retroporto di Alessandria.
Poi, ovviamente, ci sono non uno, ma tanti tavoli sulle questioni dellIlva. Oddio, i problemi avrebbero dovuto essere risolti da altri tavoli, che si sono succeduti nel tempo e parevano aver appianato ogni contrasto, sancendo la non necessarietà di ulteriori tavoli, ma evidentemente non era così e quindi ecco lassessore regionale allo Sviluppo Economico Renzo Guccinelli spiegare che «non serve mostrare i muscoli, ma aprire un tavolo di confronto pacato». E tutti i gruppi consiliari del Comune condividono lidea. Anzi, addirittura, loro il tavolo di lavoro lo vogliono «nazionale». Ma, come spesso accade, il meglio in materia di tavoli lha dato Marta Vincenzi, dimostratasi perfetta per fare il sindaco di un Comune brianzolo, di quelli dove si costruiscono i tavoli.
Quando il «tavolo» diventa il gioco delle tre tavolette
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