Quando il telefilm è nel corridoio accanto

Hanno ragione quelli di Camera Cafè: davanti a una macchinetta del suddetto può succedere di tutto, soprattutto durante l’allegria dei giorni di festa. Qui al Giornale, ad esempio, ce n’è una proprio vicino alla redazione, e il fatto che di fianco ci sia pure la saletta fumatori fa un combinato disposto micidiale. Perché fateci caso: negli uffici, così come nei giornali, il corridoio diventa lo sfogatoio personale dell’intero personale. E la macchinetta del caffè il regno del dipendente. Il quale, uscito dal suo ufficio, alza improvvisamente i decibel della conversazione. E non si tratta di origliare: è solo che è impossibile non ascoltare i fatti altrui. Così in questa settimana posso raccontarvi di un collega che al telefono discuteva di un non meglio identificato «do ut des», oppure di una collega che sempre alla cornetta entrava in particolari piuttosto intimi della sua vita privata, mentre un altro era intento - anch’egli con voce modello amplifon - alla seguente conversazione al cellulare: «Scusa: non voglio disturbati, ma devo chiederti un favore». In pratica comunque stava disturbando. Eppoi: volete mettere quell’amica sempreverde che un giorno sì e uno no organizza serate in discoteca con colleghi evidentemente più giovani? Qui in redazione sappiamo tutto di lei: luoghi di divertimento prescelti, drink e balli preferiti. In pratica: il passo di marcia che si avverte quotidianamente nel corridoio durante le pause metterebbe paura a qualsiasi esercito. E il chiacchiericcio potrebbe tranquillamente riempire i giornali di gossip delle migliori case editrici, perché le confidenze davanti a un caffè - e alla sua macchinetta - non le fanno nemmeno certi Vip.

Disturbano? Ma certo che no, anche se ogni tanto - certo - ci sarebbe anche da lavorare e la tentazione di chiudere la porta arriva imperiosa. Però poi arriva una voce dal fondo: «Adesso ti dico cosa ho fatto ieri sera, tu non ci crederai...». Diciamolo: voi sapreste resistere?