Ma quant’è affascinante il Verdi suonato dalle bande militari

Ma quant’è affascinante il Verdi suonato dalle bande militari

La domenica mattina, a Parma, per il Festival Verdi suonavano le bande, all’auditorium. Ci si era chiesto se la proposta interessasse: in mezzo a raffinate esecuzioni, questa tradizione antica e popolare sembrava per un verso un po’ arcaica per un altro un po’ trasgressiva. Ma già al terzo concerto dei quattro, le ottocento poltrone della sala erano occupate molti minuti prima dell’inizio, ed era invaso il ridotto e si è dovuto organizzare un ascolto con altoparlanti all’esterno. Come mai? Intanto, per la bravura delle quattro bande militari, della Guardia di Finanza, dell’Esercito, dei carabinieri e dell’Aeronautica...

E poi perché la banda che suona Verdi comunica un forza di convincimento e di ottimismo che proietta le nostre nostalgie in una specie di energia presente e futura. Le trascrizioni non sono fatte sulle strutture logiche, ma sulla memoria delle emozioni suscitate dalle opere. Celebrano spregiudicatamente Verdi, ci liberano dalle nostre timidezze, ci tengono compagnia.

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