Alla domenica decisiva del campionato finalmente abbiamo capito tutto: non era una questione di gatti neri, ma di gufi. Li avete visti allopera in questi giorni? Bene: è ancora niente. Aspettate questo pomeriggio, nellipotesi che la Banda Mancini riesca davvero nella missione impossibile di farsi soffiare il malloppo.
I segnali sono evidenti, lultimo quando ieri il Riformista, quotidiano di puro orientamento e interesse politico, ha messo insieme una prima pagina in cui si raccontava - con una costruzione degna dello storico Male - lo scoppiare di un nuovo scandalo intercettazioni. «Quanti ciuffi mi porti, domenica?» diceva limmaginario Domenico Brescia allimmaginifico Mancini, mentre nella parte vestita in giallorosso si annunciava il probabile acquisto della Roma da parte di Ricucci. Possibile? No, tantè vero che Mancini e Mihajlovic hanno fatto sapere - tramite avvocato - che arriverà querela: «Non si querela la satira» la risposta del direttore Antonio Polito; «Non è satira, è spazzatura» la replica. Però è bastato questo - unoperazione furba per far parlare di sé anche fuori dal Palazzo - che tra tv private e non, siti internet e redazioni di quotidiani in attesa dellEvento, si è scatenato il finimondo. Perché tutti ci hanno creduto, tutti ci sono cascati: ovviamente non aspettavano altro che una notizia così. Ma non vi preoccupate gente: era troppo bello per essere vero.
Invece no, insomma: lInter oggi si giocherà il suo obbiettivo finale senza Pm al seguito. Senza pensare poi che tutto questo lavorìo di gufi serve solo a mettere in secondo piano il possibile scudetto della Roma: se i giallorossi vincessero - e meritatamente - il titolo, la loro festa sarebbe zittita da quella dei vicini di casa, che ballano con la musica a palla sognando lo sberleffo ai nerazzurri. Niente male per la squadra che finché non vinceva era simpaticissima a tutti.
Volete unaltra prova? Servita: dicono che ci sia un quotidiano che non esce mai il lunedì che però ha già allertato i suoi giornalisti per ledizione straordinaria. Sì, è proprio quello del gatto nero ed è possibile che domani ci faccia compagnia nelle edicole del mattino. Per lo scudetto, direte voi. No, per la sconfitta dellInter: solo in quel caso infatti il giornale andrebbe alle stampe, ma in 25mila copie per carità, perché non è certo unoperazione commerciale questa. Mica ci vogliono speculare, no? Che poi, sul suddetto quotidiano, sia libero di scrivere un certo Luciano Moggi, questo fa parte delle regole della democrazia, del giornalismo e dellantinterismo imperante. Che negli ultimi giorni si è fatto sentire pure nelle dichiarazioni degli addetti ai lavori: chi non ha detto «la Roma lo meriterebbe ma lo scudetto lo vince lInter» alzi la mano. Se non è già impegnata a nascondere il sorrisino sulla bocca.
Inter, per la cronaca, che pur essendo già recidiva, non sarebbe lunica squadra al mondo a perdersi sul filo di lana. Successe alla Juve a Perugia (già, come mai, caro Moggi?), è successo anche al Milan in vantaggio 3-0 in una finale di Champions League e altrettanto fu per il Bayern Monaco che al 90 aveva la coppa in mano e al 95 la vide nella bacheca del Manchester United. Storie di calcio, tanto per citarne qualcuna, ma senza isterismi e - soprattutto - interismi. E su questo forse, in via Durini, farebbero bene a meditare.
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