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Ma quanti vip sono «cugini» per caso

Ma quanti vip sono «cugini» per caso

Quando due meridionali si incontrano a Milano, appena fatte le presentazioni, scoprono subito di essere un po’ parenti. Alla lontanissima, certo; ma pur sempre parenti: tutto merito di quel cugino di quarto grado che rifiorisce miracolosamente da un ramo secco dell’albero genealogico. Una «pianta» - quest’ultima - innestata nella nostra voglia nascosta di non sentirci mai soli e di trovare legami (passati e presenti) il più possibile gratificanti.
È lo stesso meccanismo che ci porta, durante le sagre di paese, ad essere attratti dal classico banchetto dell’araldica: quello che, grazie a un ricerca-tarocca al computer, ci regala (in cambio di 10 euro) una pergamena attestante la «nobiltà» del nostro «casato». Si scopre così che perfino l’anonimo «ragionier Rossi» è discendente di un antichissimo «marchese Rossi», con tanto di stemma colorato di sangue blu.
Ma ora, in tempi di Internet, al computer della sagra paesana, si sono sostituiti siti specializzati nel «ricostruire le famiglie». Come dire: il massimo del «social» con milioni di utenti e miliardi di capitalizzazione.
Chi vuole conoscere i segreti dei due colossi del settore (MyHeritage ed Ancestry) non può perdersi la documentata inchiesta pubblicata sul nuovo numero del mensile Jack. Un ampio servizio che riporta - tra l’altro - la testimonianza di Gilad Japhet, ideatore del «miracolo» MyHeritage: «Ottocentoventicinque milioni di profili (l’obiettivo è di toccare il miliardo entro fine anno) e circa 60 milioni di appassionati. Magari non saranno tutti studiosi, ma proprio questo sembra essere il segreto». Incuriosire, divertendo. Già, perché cliccando di qui e di là si scoprono situazioni degne delle migliori barzellette.
Qualche esempio? Hillary Clinton e Angelina Jolie sono genealogicamente «cugine», benché a prima vista - ma pure a seconda, terza e quarta - pare non abbiano davvero nulla in comune; idem per Brad Pitt che risulta avere più di una «affinità parentale» con Winston Churchill (ma anche con Barack Obama e - tanto per rimanere dalle parti della Casa Bianca - con Dick Cheney).
George W. Bush, invece, appartiene allo stesso «ramo» di Hugh Hefner (il vecchio marpione di Playboy), Michael Douglas, Walt Disney e Diana Spencer: non c’è che dire, proprio una bella (e gaudente) comitiva in cui si è inserito, chissà come, anche il «nostro» Emanuele Filiberto di Savoia.
Altra parentela tragicomica: Alberto, Principe di Monaco, è «affine» a Britney Spears, Clint Eastwood e Bill Gates; a loro volta «uniti» a Tom Hanks, Audrey Hepburn, Paris Hilton e - udite udite - addirittura a Humphrey Bogart.
Misteri dell’albero genealogico, «coltivato» evidentemente anche dai semi dell’imprevedibilità. A cominciare da quelli gettati a piene mani nel fecondo terreno da mister Japhet: ingegnere informatico israeliano, capace di trasformare un hobby giovanile in un successo planetario: «Ho iniziato a sviluppare il mio software per creare alberi genealogici nel 2002 - racconta in esclusiva su Jack -. Prima di allora il mio scopo era puramente personale, ma quando ho realizzato che in giro non c’era nulla di soddisfacente, ho pensato che molte altre persone provassero la mia stessa frustrazione e ho fondato la società». Quando si dice, un’idea vincente. E, come sempre accade in questi casi, subito copiata.

Della serie: parenti (serpenti).

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