Quanto pudore nei sogni erotici di una ragazzina

da Cannes

Un'adolescente francese vergine vuol smettere di esserlo in Naissance des pieuvres («Nascita delle piovre») di Céline Sciamma (rassegna Un certain regard); un'adolescente romena incinta che vuol smettere di esserlo in 4 mesi, tre settimane, due giorni di Cristian Mungiu (in concorso).
Nella seconda giornata del Festival di Cannes, che in questa edizione propone largamente autori e attori nuovi, la Sciamma risolve il problema del suo personaggio (l'incantevole Adèle Haenel), che pratica il nuoto sincronizzato - di lì l'insolito titolo ittico - e ha stuzzicato, instancabile allumeuse, tutta la squadra maschile di pallanuoto, con le dita di un'amichetta innamorata (Pauline Acquart, nel ruolo che si direbbe l'alter ego della regista). Una scena non nel segno dell'erotismo, ma del pudore e non solo perché dello sverginamento nulla si vede.
Più rude, ma altrettanto per nulla erotica la crisi che, nel 1988, quasi alla fine dell'epoca di Ceausescu, coinvolge una studentessa (Laura Vasiliu) e un'amica (Anamaria Marinca), che devono compensare in natura il medico (Vlad Ivanov) perché faccia abortire la prima.

Ed è il personaggio del medico a diventare centrale nelle vicenda, con la sua disinvolta praticità. Più che un film sulle donne e le loro disgrazie, 4 mesi è un film su un popolo che ha potuto sopravvivere solo ai margini della legalità.

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