Claudio De Carli
«Gol» disse subito Niccolò Carosio.
Riascoltare la registrazione con il suo commento in diretta per noi è fede, fa nulla se quella rete segnata da Geoff Hurst, al centesimo minuto esatto dei supplementari di Inghilterra-Germania finale di Wembley del mondiale 1966, entrerà negli almanacchi assieme al primo caso di gol fantasma: la palla, dopo aver colpito la traversa, batte in prossimità della riga bianca e solo il guardalinee russo vede come Carosio e induce larbitro svizzero Gootfried Dients a convalidare la rete. Sir Geoff Hurst ne aveva già segnato un altro al 18 e arriverà a mettere assieme una tripletta storica e unica realizzando il definitivo 4-2 per lInghilterra al 120, unico titolo mondiale dei ragazzi di Sua Maestà.
Molto bene. Ma il romanzo del calcio è spesso intriso di ricorsi storici veramente intriganti, e specialmente quando servono alla causa, è bellissimo ricordarli. La curiosità è relativa al paese di nascita di Hurst, Ashton under-Lyne, un comune di quarantamila abitanti arroccato su una collina nellarea della Grande Manchester, nellInghilterra nord occidentale, probabilmente non il massimo della villeggiatura e dello spettacolo se a ricordarlo sulle cartine geografiche ci sono miniere di carbone messe in fila indiana come le casette sul Monopoli. Ma lì il 17 dicembre 1977 è nato anche Simone Perrotta.
Francesco e Annamaria Perrotta, i genitori di Simone, si trasferirono a Ashton under-Lyne a metà anni Settanta per stare vicini al fratello di Francesco che aveva trovato lavoro da quelle parti, e da quelle parti Simone inizia a giocare a calcio nel cortile della scuola elementare di St Anne di Audenshaw, prima di tornare a vivere in provincia di Cosenza nei primi anni Ottanta. La carriera di Simone in queste ore è il grande sogno di ogni calciatore, domani lo attende una finale mondiale, proprio come successe a Geoff Hurst quarantanni fa: «Due vincitori del Mondiale provenienti da una piccola cittadina del Lancashire - si domanda stupito Hurst -, ci credereste?». Lui divenne centravanti titolare della nazionale inglese grazie allinfortunio di Jimmy Greaves, non fece una sola partita del girone eliminatorio, fu strabenedetto dal dio del calcio e proprio una sua rete allArgentina spalancò allInghilterra le porte della finale.
Simone Perrotta più o meno: solo 26 minuti con la maglia azzurra durante le qualificazioni, poi sempre in campo in Germania. Adesso Hurst tifa per lui: «Mi farebbe aggiungere un nuovo record a distanza di quarantanni: essere nato in un paese che ha dato i natali a due campioni del Mondo».
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