Augusto Pozzoli
Torneranno sui banchi di scuola questo pomeriggio i primi trenta bambini egiziani rimasti a casa dopo la chiusura di via Quaranta. Verranno ospitati in un ex centro di formazione dellEnaip, un ente che fa riferimento alle Acli, in via Ventura 4 a Lambrate. Non sarà una vera e propria scuola, ma un corso di recupero. Per prepararsi sia agli esami di idoneità presso il consolato egiziano che a quelli di idoneità italiana. Il numero degli iscritti cresce di giorno in giorno: per essere ammessi i genitori immigrati devono sostenere un colloquio di ammissione sotto la supervisione della professoressa Lidia Acerboni che, allinterno dellassociazione «Insieme» che sta gestendo liniziativa in collaborazione con lassociazione «Risvegli», ha appunto lincarico del coordinamento didattico. «Ci stiamo muovendo con grande serietà sottolinea Pietro Farneti, presidente di Risvegli . Lobiettivo che ci siamo posti è quello di aiutare i figli di egiziani a non restare senza istruzione. Saranno impiegati insegnanti qualificati, messi a disposizione dal consolato egiziano per lo svolgimento dei programmi di quel Paese, e insegnanti italiani forniti di abilitazione allinsegnamento». Un obiettivo che, a detta dei promotori, non riguarda soltanto i minori che dopo la chiusura di via Quaranta non hanno accettato di iscriversi a una scuola statale. «Uno dei moduli previsti continua Farneti riguarda ragazzi egiziani da anni a Milano e che non hanno mai frequentato nessun tipo di scuola. Li prepareremo agli esami di idoneità perché il prossimo anno possano iscriversi regolarmente in una media statale».
Liniziativa di Insieme trova il pieno appoggio del consolato egiziano che già si è dichiarato disposto a sostenere la nascita di una vera e propria scuola che preveda lo svolgimento sia di programmi egiziani che italiani contemporaneamente. Questo però resta un obiettivo ancora in alto mare. Non a caso il direttore scolastico regionale Mario Dutto ha già anticipato che allo stato attuale non è prevista dalla normativa una scuola a programmi doppi. Ha già scritto al console egiziano che questo tipo di scuola in Italia non è ammesso e un Paese straniero non può dare la sua supervisione a uniniziativa regolata dalla legge italiana. La scuola paterna è ammessa soltanto ed esclusivamente in ambito familiare e non in gruppi scolastici organizzati. Dutto ha comunque già inviato al Miur la proposta del consolato egiziano perché il problema venga affrontato a livello di ministeri degli esteri di Italia ed Egitto.
Decisamente contrario alla creazione di unaltra via Quaranta è anche lassessore comunale allEducazione Bruno Simini: «Ci troviamo di fronte a unaltra via Quaranta. Abbiamo a che fare con una minoranza dice che non accetta le nostre regole. A Milano ci sono 1.
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