Roma

In quarantamila di corsa contro il tumore al seno

Ieri alle Terme di Caracalla la decima edizione della maratona «Race for the cure». In rosa le donne che hanno conosciuto e sconfitto il cancro al seno. I fondi raccolti saranno devoluti a progetti per l'educazione, la prevenzione e la cura della malattia

Le donne che lo hanno conosciuto personalmente e lo hanno sconfitto le individui subito: indossano maglietta, pettorina e cappellino rosa. Hanno scelto loro di essere riconoscibili, per testimonire che dal tumore al seno si può guarire. Ce n'erano tante, ieri mattina, alle Terme di Caracalla per la decima edizione della «Race for the cure». Accanto a loro familiari, amici, sostenitori della causa, e anche qualche volto noto dello spettacolo e dello sport. Alla partenza erano in quarantamila.
È stato il presidente della Regione Piero Marrazzo a dare il via alla corsa, prima di scendere in pista lui stesso per partecipare alla minimaratona di cinque chilometri. Il tracciato si snodava attraverso via del Teatro Marcello, piazza Venezia, via dei Fori Imperiali, il Colosseo e via di San Gregorio. Ma c'è chi ha scelto il tracciato alternativo, che prevedeva una passeggiata di due chilometri lungo viale Aventino fino a piazza di porta Capena. Ogni partecipante ha versato dieci euro per l'iscrizione e i fondi raccolti saranno devoluti a progetti per l'educazione, la prevenzione e la cura dei tumori al seno. Tra i partecipanti l'attrice Maria Grazia Cucinotta, la moglie del sindaco di Roma, Isabella Rauti, l'ex giocatore della Roma ed ex allenatore della nazionale italiana under 20 Francesco Rocca, la figlia di Lino Banfi, Rosanna, che sta lottando contro il cancro, e la campionessa olimpionica di windsurf Alessandra Sensini.
«Credo sia un evento - ha commentato Marrazzo - che ha trasformato la prevenzione in un momento collettivo e per contrastare la malattia prima che insorga».

«Con questa corsa - ha detto invece Nicola Zingaretti, presidente della Provincia - abbiamo raggiunto l'obiettivo di promuovere una serena coscienza del dramma dei tumori che diventa tale perché resta nel silenzio. Affrontare il problema e parlarne con serenità è un concreto aiuto a salvare vite».

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