Al Quartaccio A 20 anni accoltella il padre e poi evoca il santo Graal

Il corpo l’ha trovato una vicina, nel sangue, sul pianerottolo del primo piano di una palazzina popolare in via Andersen, al Quartaccio. Matteo Zanni aveva 49 anni e faceva il vetraio. È stato ucciso ieri al culmine di una lite, con una coltellata al cuore, dalla figlia Vanessa, una ragazza di 20 anni, pare con qualche problema psichico e pare in passato di droga, che lavora per una cooperativa di pulizie.
L’uomo viveva con l’altro figlio, di 12 anni, e la moglie, che al momento dell’omicidio erano fuori casa. Quando la donna è tornata ha trovato il portone circondato dai poliziotti e ha visto l’ambulanza. Qualcuno le ha spiegato cosa era accaduto ed è scoppiata in un pianto a dirotto. La figlia, trovata in strada con le mani ancora sporche di sangue, è stata subito interrogata. Era in stato confusionale. Agli investigatori ha confessato l’omicidio e sostenuto di aver fatto «pensieri strani» negli ultimi giorni, avrebbe anche fatto accenni sconclusionati al «Santo Graal». Avrebbe colpito il padre con un coltello da cucina dopo un diverbio scoppiato nell’appartamento, poi l’uomo nel disperato tentativo di chiedere aiuto si è trascinato sul pianerottolo, dove è stato trovato. La vittima era molto ben voluta. «Era una persona tranquilla, sempre disponibile. Non lo avevo mai sentito litigare con la figlia - racconta l’anziana inquilina del piano terra - Io sono invalida e lui spesso mi aiutava a fare piccoli lavoretti». «Matteo era una persona splendida, sempre molto disponibile, portavamo a spasso il cane la sera, non posso credere che sia accaduta una cosa del genere», dice un conoscente.

Un’altra vicina, che frequenta la famiglia Zanni da anni, racconta invece di aver sentito qualche volta litigare Vanessa con i genitori sugli orari di rientro a casa. «Non credo proprio che fosse malata o depressa - sostiene - forse solo un po’ scontenta per il lavoro».

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