Roma

Quartiere africano: si allarga la protesta sui cantieri della B1

Marcello Viaggio

Roma Città Eterna, ma anche capitale dai cantieri eterni. È il caso dei lavori a Conca d’Oro per la Metro B1. A cui possono tranquillamente applicarsi i primi due corollari della nota legge di Murphy. Eccoli: 1) Niente è facile come sembra; 2) Tutto richiede più tempo di quanto si pensi. I cantieri della sotterranea da piazza Bologna a Conca d’Oro sono stati inaugurati il 26 ottobre 2005. L’opera dovrebbe concludersi nel 2010. Ma a Conca d’Oro i ritardi nei lavori, accusa An, cominciano a preoccupare sul serio. «Il cantiere ha problemi nel movimento terra - afferma il consigliere Roberto Borgheresi -. Il posto in cui i camion vanno a scaricare è talmente lontano da costare cifre insostenibili. Addirittura, secondo le nostre informazioni, 13 euro al metro cubo. Per questo motivo vanno a rilento. Nessun rimorchio, nessuna escavatrice, si vedono camioncini e basta. Se continuano a questo ritmo, altro che 2010».
«Di fatto la tabella di marcia della Metro B1 è già saltata - denuncia il capogruppo di An, Cristiano Bonelli - Il cantiere di Conca d’Oro è stato inaugurato a ottobre, ma ha preso a funzionare a marzo. I primi 5 mesi si sono persi per modificare la viabilità. Sul piano dell’informazione ancora peggio: nessuno sa nulla. Il presidio fisso dei vigili a Conca d’Oro? Non si è visto niente».
Per lunedì scorso era stata annunciata dall’ufficio stampa di Roma Metropolitane la visita ai cantieri del sindaco Veltroni. L’appuntamento era fissato a piazza Conca d’Oro alle 11,30. Ma per ragioni sconosciute è stato annullato all’ultimo momento. E rinviato a dopo l’estate. Paura di qualche contestazione? Di domande imbarazzanti? Difficile dirlo. Può darsi. Di certo chi vive a Conca d’Oro non è soddisfatto. Sentiamo, ad esempio, Paolo Rosati, portavoce dei commercianti di viale Tirreno e vicepresidente dell’associazione Vivere in Quarta: «L’importanza della Metro B1 per la zona è fuori discussione - afferma -. Il problema è come vengono gestiti il cantiere, il territorio. L’Atac ha stabilito le corsie preferenziali infischiandosene dei negozianti. Sulla corsia da piazza Capri a Ponte delle Valli l’Atac sostiene che fa 500 corse al giorno. Non è vero, i bus ne faranno 30-40. Almeno in certi orari potevano far circolare le auto. E la segnaletica? Nessuna indicazione. Le strisce pedonali mancano o si sono subito cancellate. All’incrocio fra via di Valle Scrivia e via Val Padana c’è un incidente al giorno. Con gente all’ospedale, auto seriamente danneggiate. È assurdo». Diamo un’occhiata al sito internet di «Vivere in Quarta»: «Le zone definite a traffico locale - si legge - sono diventate delle rocche inespugnabili. I tempi di percorrenza per un percorso di 2 chilometri, da piazza Gondar a piazza Capri, sono passati dai 15-20 minuti a un ora e un quarto. Ci sono attività commerciali che hanno subito una riduzione del giro d’affari dell’80%».
Già, perché nel conto bisogna metterci anche il giro d’affari. Per molti è calato a picco. «Esiste una delibera del Comune, che parla di rimborsi - rimarca Rosati -. Ma è poco chiara, non prevede scadenze. Se ci dessero i soldi fra 6-7 anni, ad esempio, sarebbe troppo tardi. Io ho un negozio di arredamenti, per dire il mio caso. È aperto dal ’58. Ho perso il 30-35%. In crisi come me sono finiti in tanti: Coroni, Ricciardi, Calò... Ci rimborseranno quando saremo tutti falliti?». E i lavori? Secondo voi, si rischia di andare oltre i 5 anni previsti? «Non siamo ingegneri, però ci piacerebbe sapere se stanno rispettando i tempi. A settembre faremo una riunione in Municipio, chiederemo chiarimenti. E più garanzie.

Per le strisce pedonali hanno usato vernici non idonee? Vada a casa chi ha sbagliato».

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