Non si può certo dire che manchino le idee, e neppure la voglia di realizzarle, ai milanesi (e non solo) che hanno fatto la fila per dire la loro sull’Expo 2015. Cinque minuti scanditi dall’impietoso countdown del cronometro sul monitor, giovani e qualche meno giovane spiegano i progetti per una Milano più verde, vivibile e femminile (se non altro perché un’intera sessione è stata dedicata alle donne).
Giovanni Petrini, titolare di www.falacosagiusta.org, fiera di ecosostenibilità in arrivo a Milano, spiega che le soluzioni per migliorare l’aria sono rapidamente alla portata di tutti, purché ciascuno ci metta del suo: «Possiamo risparmiare energia e abbattere le emissioni del 40 per cento in tempi rapidi. Milano può contare su tantissime iniziative individuali, il ruolo del pubblico è farle emergere, così che i mondi si parlino».
Non sono chiacchiere, ma richieste di un coordinamento serio che rispetti le iniziative individuali e intervenga solo per farle incontrare. In una parola forse più difficile, la «sussidiarietà».
Silvia Maltoni, di www.1535.it, ha in mente di «recuperare il valore dei prodotti della terra come frutta e verdura attraverso angoli di vendita di prodotti freschi e biologici nei parchi «per invogliare le persone a fare una pausa più sana riscoprendo la bontà di frutta e verdura italiane». Angoli di benessere, operativi da aprile e ottobre, che «potrebbero essere gestiti da giovani studenti volontari o come programma di reinserimento per giovani disagiati».
Tra i progetti che immaginano un futuro diverso, più facile e a prova di crisi, «un eco villaggio creato dai giovani per i giovani, con formule abitative di co-housing per avere benefici sia sociali che ambientali come orti, giardini, auto e micro nidi» (ancora www.1535.it). Una specie di comune aggiornata alle esigenze di privacy dell’oggi, dove ciascuno ha i propri spazi ma anche la possibilità di condividere quel che serve per tutti.
Sul palco salgono anche preti e suore. Don Mazzi di Exodus propone un Expo che sia una specie di «circo itinerante» e che abbia tra gli obiettivi riattivare cascine nel verde con mulini e forni in cui cuocere il pane. Madre Teresa del gruppo di Betania ricorda che «non di solo pane vive l’uomo» per chiedere iniziative di solidarietà e assistenza, su cui insiste anche la laica ex professoressa Mariagrazia Zanaboni di Amico Charly (sottotitolo “Sopravvivere all’adolescenza”, sito www.amicocharly.it).
Tocca alle donne che parlano in quanto donne. Qualcuna protesta: «io non vedo differenze tra uomini e donne». Invece Diana Bracco, presidente del cda di Expo 2015, questa volta interviene a titolo personale e femminile e immagina un’Esposizione universale in cui «un ruolo fondamentale» sarà giocato in gonna: «A Milano le imprese rosa sono settantamila e in continua crescita. Le donne italiane dedicano tra il 20 e il 45 per cento di tempo in più alla famiglia e alla casa rispetto alle cittadine di altri Paese e, poiché sono legata alla tradizione, lo ritengo un fatto positivo».
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