Quattro anni di liti Ora in 10 mesi tagliato il nastro

NapoliAlle ore 12 in punto, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha inaugurato il termovalorizzatore di Napoli. Un evento storico per una città che appena un anno fa, di questi tempi, era nel pieno di una emergenza rifiuti da fare spavento. Si trova ad Acerra il primo termovalorizzatore che servirà un terzo della popolazione campana. Per circa 5 anni Acerra, paesone a nord del capoluogo, è stato teatro di scontri, non solo politici, ma anche fisici, tra la polizia e l’esercito di ideologi del “no”.
Il termovalorizzatore tanto odiato dagli ultrà del «non s’ha da fare» a tutti i costi, produrrà - a pieno regime - energia per 200mila famiglie napoletane. L'impianto, allestito su una piana di 10mila metri quadrati, si compone di tre linee, tre forni e camini, alti ognuno 110 metri. «Ed è a rischio zero per la popolazione», assicura il direttore dei lavori, l'ingegner Giuseppe Vacca.
Acerra apre al termine di lavori durati quattro anni e mezzo: una immensità, se si considera che i tempi normali per l'allestimento di un termovalorizzatore sono di circa due anni. Lavori a passo di lumaca fino a quando il compito è restato nelle mani del Commissariato di governo. Sotto la guida di Bertolaso e del suo vice, generale Franco Giannini, Acerra ha visto la luce in dieci mesi. «È nato un bel bambino, che crescerà sano e forte e, con esso, tutta la popolazione napoletana», dicono alla struttura emergenziale, a Palazzo Salerno. Dieci mesi, come promesso da Berlusconi e da Bertolaso, quando misero mano al termovalorizzatore contestato e all’indomani dello scandalo dei rifiuti, che ha portato poi alla sbarra 27 imputati, il cui elenco si apre con il nome e cognome di Antonio Bassolino.
Con il termovalorizzatore si apre una nuova fase nella strategia del ciclo dei rifiuti. Ogni giorno verranno termovalorizzate oltre duemila tonnellate di «monnezza» prodotte in Campania, oltre settecentomila l'anno, circa un terzo di tutta la spazzatura che in 365 giorni finisce nei sacchetti. Delle tre linee di produzione, ora comincia a funzionare la prima, le altre due entro giugno di quest’anno.

Il percorso di riavvicinamento di Napoli e della Campania in termini di efficienza e modernità alle altri città italiane ed europee è iniziato. Forse le immagini che hanno fatto il giro del mondo, i cumuli di monnezza alti fino ai primi piani degli edifici, sono finite per sempre nell’album dei brutti ricordi.
carminespadafora@libero.it

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