da Roma
«È possibile che leconomia sia ferma mentre si registra un aumento del 30% delle immatricolazioni di automobili, e un incremento del 6% dellIva sugli scambi interni»? A Castellanza, inaugurando lanno accademico allUniversità «Carlo Catteneo», Giulio Tremonti polemizza con lIstat, che ha certificato la crescita zero delleconomia italiana nel 2005. «Mi sembra che sia sfuggito a tutti il fatto che nel 2004 i giorni lavorativi sono stati 256, mentre nel 2005 sono stati 252: quattro giorni in meno a causa dei ponti festivi che - osserva il ministro dellEconomia - a quanto mi risulta non sono né di destra né di sinistra. Se si calcola il Pil dimenticando questo dato, si falsifica la realtà e si ingannano gli italiani».
Secondo Tremonti, a parità di giornate lavorate fra 2004 e 2005, lanno scorso si sarebbe concluso con una crescita dello 0,25-0,30%, come era nelle previsioni del governo e dellUnione europea. «Leconomia non è ferma - attacca il ministro -, è ferma la malafede». È evidente la critica allIstituto di statistica, che infatti ricorda, in via ufficiosa, che la correzione del Pil in base ai giorni effettivamenti lavorati si fa, per tradizione, a livello trimestrale e non annuale. E allora chi inganna: lIstat? Lo stesso ministro dellEconomia? Oppure chi interpreta le cifre per tornaconto elettorale?
Per il centrosinistra, ovviamente, il colpevole è Tremonti. Fausto Bertinotti e Alfonso Pecoraro Scanio affermano che le battute del ministro non possono celare il «profondo fallimento» del governo in economia. Per Piero Fassino, «Tremonti è laviaria dellItalia». LIstat, come si è visto, respinge le critiche. Arriva anche una notarella piccata dei sindacati interni allIstituto guidato da Luigi Biggeri, che censurano il «gioco di interpretare le cifre a seconda della convenienza: lItalia - dicono - è in stagnazione, se non in recessione».
In serata Tremonti decide, evidentemente, di smorzare la polemica, almeno quella statistica. «Il ministro ha sempre avuto fiducia nellIstat - si legge in una nota di via XX Settembre - dunque chi falsifica i dati non è lIstat ma la sinistra». Ma resta convinto che il Pil stia accelerando, e cita a riprova i dati sulle immatricolazioni di vetture e laumento delle imposte sugli affari, come lIva. Quanto alle previsioni per questanno, Tremonti non si sbilancia: sulle stime di crescita, che vedono un più 1,5% nel 2006, «discuteremo la prossima settimana». Il ministro però puntualizza che i conti pubblici italiani sono risultati migliori degli impegni presi: «Avevamo stimato un 4,3%, e siamo al 4,1%. Siamo sulla buona strada - aggiunge -, non siamo allo sfascio e lo dimostra lok della Commissione europea».
Lo scenario complessivo delleconomia è critico nellintera Europa, aggiunge il ministro, e dunque le soluzioni non possono che essere europee. E invece, i fatti francesi (il muro di Parigi contro la possibile Opa Enel su Suez) «rischiano di far tornare lEuropa indietro a ununione doganale».
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